Forti dolori dopo l’impianto provvisorio ai denti: due professionisti condannati al risarcimento

La paziente si è rivolta ad un altro studio per risolvere i problemi: fra danni e spese ricecerà oltre 25mila euro secondo la sentenza di primo grado
Un impianto dentale non correttamente eseguito porta in tribunale una dentista e il suo assistente. Condannati, in primo grado, a pagare alla paziente danni patrimoniali, danni non patrimoniali, una somma per il mancato consenso informato e le spese legali.
Così ha ricostruito, anche avvalendosi di periti d’ufficio, la dottoressa Anna Martelli, che ha giudicato in primo grado la causa di responsabilità professionale che vedeva di fronte una paziente, sottoposta all’estrazione di 4 incisivi e a un impianto provvisorio che, dopo l’inserimento dell’impianto ha avuto forti dolori al palato e altre problematiche che l’hanno portata a rivolgersi ad altri professionisti.
Alla fine dalle prove e dalle testimonianze portate in aula è emersa la responsabilità in solido dei due professionisti che sono intervenuti sulla paziente. La dentista titolare, che ha fatto il piano terapeutico (peraltro cambiato in corso d’opera anche dal punto di vista dei costi) e colui che ha materialmente effettuato il primo impianto provvisorio. Nessuna responsabilità, invece, dal punto di vista della estrazione dei denti, ormai non più recuperabili.
Al giudice, a quel punto, è toccato individuare le cifre dovute alla donna. Innanzitutto dalla rescissione del contratto di prestazione professionale deriva la restituzione alla paziente di una cifra di poco inferiore agli 800 euro (mille euro già consegnati meno la cifra per l’estrazione degli incisivi. I due dentisti sono stati condannati, in solido tra loro, a pagare oltre 5500 euro per i danni non patrimoniali (invalidità temporanea e danno relazionale temporaneo), oltre 5300 euro per il danno patrimoniale, legato alla necessità di nuove spese per rimettere a posto la situazione. La violazione in tema di consenso informato e diritto dall’autodeterminazione della paziente è stato infine quantificato in 5mila euro complessivi. I due medici dovranno anche pagare le spese di perizia (sia d’ufficio sia di parte ricorrente) sia le spese legali del giudizio. Un conto ‘salato’ di oltre 25mila euro.