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La protesta di un paziente: “Prelievo di sangue sulle sedie della sala d’attesa”

12 agosto 2024 | 10:23
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La protesta di un paziente: “Prelievo di sangue sulle sedie della sala d’attesa”

I fatti risalgono allo scorso 30 giugno: “Svenuto davanti a tutti, mi sono sentito mortificato, violato nella privacy e nella mia condizione di malato”

Una testimonianza di disagio al pronto soccorso del San Luca. Un paziente si lamenta non solo dell’attesa, ma anche di un episodio che, a suo parere, avrebbe comportato una violazione della privacy.

“Domenica 30 giugno, accesso ore 19 per dolori alla schiena – ricorda – L’intera esperienza è durata 7 ore, sono uscito alle 2 di notte con una diagnosi di polmonite con versamento (non proprio un codice bianco). Scrivere che la gestione globale di tutto, dall’accesso all’uscita, sia a dir poco sommaria, sarebbe superfluo in quanto è riscontrabile da chiunque metta piede nella struttura. Dire che ci voglia un tempo insopportabile, è un dato oggettivo, e che talvolta non ha limiti”.

“Vado all’episodio – racconta – dopo i primi controlli arriva il momento del prelievo del sangue. Ebbene ero seduto dolorante in sala d’attesa, sulle sedie presenti, improvvisamente un infermiere mi si avvicina e mi chiede il braccio. Io tra l’esausto e il confuso non dico molto, mi sembra assurdo che il prelievo possa essere fatto senza appoggi e in un luogo igienicamente non protetto, ma all’infilare dell’ago, per una mia fobia, svengo, lì sulle panche, davanti a tutta la gente in attesa… dopo poco mi sono trovato circondato da persone che dalle sedie volevano trasferirmi a fatica su una barella“.

“Mi sono sentito mortificato, violato nella privacy e nella mia condizione di paziente – conclude – Il resto della serata è andato come tutti possono immaginare. Non aggiungo altro, ma sarebbe finalmente ora che chi consente una tale disorganizzazione, madre di episodi come questo e di un dilagante malcontento del personale sanitario, si svegliasse col proprio carico di responsabilità“.