Prefettura revoca la protezione internazionale perché ‘sfora’ il reddito: il Tar annulla il provvedimento

18 agosto 2024 | 08:00
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Prefettura revoca la protezione internazionale perché ‘sfora’ il reddito: il Tar annulla il provvedimento

Con il lavoro da lavapiatti aveva guadagnato in un anno una cifra superiore all’assegno sociale, ma per il tribunale amministrativo non gli era garantito un tenore di vita dignitoso

Arriva dal Bangladesh e ottiene protezione internazionale e viene ospitato nella struttura di accoglienza di Lucca gestita dal Gruppo volontari assistenza immigrati, ma la stessa gli viene revocata dalla prefetture dopo il riscontro che il suo reddito è superiore a quello dell’assegno sociale sulla base del CU 2023.

L’uomo ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento per violazione delle direttive Ue: il reddito che aveva, legato al suo lavoro da lavapiatti, infatti, non gli avrebbe consentuto di mantenere un tenore di vita dignitoso. Inoltre alcuni problemi di salute (tallonite e tubercolosi latente) sarebbero stati tali da rendere precaria la sua condizione economica.

Il Tar ha dato ragione al cittadino del Bangladesh. Sono infatti state recepite dall’ordinamento nazionale le direttive europee in tema di accoglienza. Secondo tale norma l’amministrazione “non potrà disporre la revoca delle relative misure di accoglienza se non risulta che la prevedibile durata nel tempo del rapporto stesso, e la consistenza quantitativa del reddito che ne scaturisce, consentano di escludere che il cittadino straniero si trovi in condizioni tali da non poter provvedere autonomamente ai propri bisogni materiali fondamentali”.

Il provvedimento impugnato, per il tribunale amministrativo, è viziato per la violazione e la non corretta applicazione dell’articolo 23 del decreto legislativo 142/2015, interpretato coerentemente con la direttiva Ue 33/2013.

Il decreto di revoca è quindi stato annullato. Le spese del giudizio sono state compensate ed è stato riconosciuto il patrocinio dell’avvocato che ha difeso in causa il cittadino straniero, cui spettano 1600 euro a titolo di onorario.