Carabiniere suicida a Viareggio: autorizzato l’espianto degli organi

Il Nuovo Sindacato Carabinieri: "Vicini alla famiglia, chiediamo all’Arma di valutare le nostre proposte"

Autorizzato l’espianto degli organi del militare toltosi la vita a Viareggio. Ad annunciarlo sono Toni Megna e Igor Tullio del Nuovo Sindacato Carabinieri: “Vicini alla famiglia, chiediamo all’Arma di valutare le nostre proposte”.

Nel 2024 sono già trentacinque i casi di suicidi in divisa. A fare il punto sul fenomeno dei suicidi in divisa sono i segretari nazionali del Nuovo Sindacato Carabinieri, che commentano l’ultimo tragico episodio verificatosi a Viareggio in cui un giovane collega in servizio in Toscana si è sparato con la pistola d’ordinanza. “Trasferimenti e situazioni di malessere che si sovrappongono alla gestione di vicende complesse nei territori in cui i carabinieri sono in prima linea: un mix insopportabile che sempre più spesso genera conseguenze gravissime”, spiegano

Dopo due settimane, la famiglia del carabiniere, appena 22enne, ha dato il consenso alla donazione degli organi.

“Nell’esprimere vicinanza alla famiglia – affermano i due esponenti sindacali – ci rivolgiamo alla nostra amministrazione, auspicando che il comando generale valuti le nostre proposte. I numeri parlano chiaro: dalla relazione sullo stato della disciplina militare e dell’organizzazione delle forze armate del Ministero della difesa, emerge che i suicidi sono stati la seconda causa di morte, dopo la malattia, tra i militari.  I dati pubblicati e presentati in Senato nel 2022 fanno riferimento all’anno 2021 con trentuno casi. Secondo L’osservatorio sui suicidi in divisa nel 2024 invece sono già trentacinque i casi resi noti includendo tutto il personale in divisa, compreso il giovane carabiniere di Viareggio”.

“Si tratta di un fenomeno che non accenna a placarsi – affermano i segretari – e su cui occorre incidere con forza per contrastarlo efficacemente: il Nuovo sindacato carabinieri ha offerto molti spunti, elementi di riflessione e suggerimenti, tra cui l’avvio di incontri periodici a livello periferico che vedano anche l’intervento di specialisti esterni all’amministrazione e la piena collaborazione tra le varie associazioni professionali a carattere sindacale tra militari rappresentative. Si tratta, tuttavia di possibili iniziative e istanze che, a oggi, non hanno trovato alcun riscontro”.

“Dialoghiamo costantemente a favore dei colleghi a nome della sigla – precisano i due segretari nazionali – con il comando generale dell’Arma, con i comandanti di vertice e i comandanti ai vari livelli, gestendo situazioni critiche e con risultati che, in molti casi, è possibile definire eccezionali: su molti temi e situazioni di disagio siamo ascoltati e le nostre richieste sono accolte”.

“Il muro contro muro non paga – affermano – e pertanto occorre ripristinare un clima di collaborazione, pur nella consapevolezza di ruoli contrapposti, abbandonando continue ricostruzioni fantasiose relative a un corpo militare in presunto declino, che non fanno bene né all’amministrazione né alle sigle sindacali”.

“L’Arma dei carabinieri, semmai concludono – rimane nel 2024 la forza di polizia più apprezzata dai cittadini, grazie all’impegno quotidiano dei nostri colleghi”.

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