Daniele Franceschi, dopo 14 anni dalla morte resta il mistero: dove sono gli organi?

Incessante fu la battaglia intrapresa dalla madre, Cira Antignano, sostenuta dal suo legale, Aldo Lasagna, per la verità

Ricorrono oggi (ma sussistono dubbi perfino sulla data del decesso allora comunicata dalle fonti francesi) 14 anni dalla morte di Daniele Franceschi, giovane carpentiere Viareggino, trovato esanime nella cella di un carcere di Grasse, dove era detenuto per una vicenda legata ad una presunta clonazione di una carta da credito, in un locale della Costa Azzurra.

La sua morte, rimasta da allora avvolta in una serie di misteri, nonostante dopo alcuni anni vi sia stata la condanna di un medico francese che lavorava all’ interno del carcere stesso, aprì un vero e proprio caso internazionale ed incessante fu la battaglia intrapresa dalla madre, Cira Antignano, sostenuta dal suo legale, Aldo Lasagna, per la verità.

Emblematico e pure macabro, l’aspetto della mancata restituzione degli organi dello sventurato ragazzo, che oltre al particolare della riconsegna da parte delle autorità francesi di un cadavere praticamente in decomposizione, con conseguente impossibilità di operare una autopsia corretta, alimentò dubbi nei familiari e richieste di chiarimenti non solo in sede giudiziaria, alimentando una polemica, financo politica, nelle relazioni tra i due paesi.

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