Toscana Pride a Lucca, la lettera del vescovo Giulietti: “Tutelare anche il diritto dei bimbi di crescere con mamma e papà”

28 agosto 2024 | 16:23
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Toscana Pride a Lucca, la lettera del vescovo Giulietti: “Tutelare anche il diritto dei bimbi di crescere con mamma e papà”

La nota indirizzata alla portavoce della manifestazione: “Discriminazione e violenze verbali o fisiche non hanno alcuna giustificazione, tanto meno religiosa”

Toscana Pride a Lucca, l’arcivescovo Paolo Giulietti scrive una lettera aperta alla portavoce della manifestazione Monia Marcacci.

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“Gentilissima signora Marcacci, avendo preso visione della sua dichiarazione sul programma del prossimo Toscana Pride, che avrà luogo a Lucca sabato 7 settembre, ritengo di dover esprimere alcune considerazioni a nome della chiesa cattolica di Lucca. Innanzitutto intendo manifestare vicinanza e solidarietà a tutti coloro che subiscono ingiuste emarginazioni: ogni persona ha diritto ad essere rispettata e accolta, secondo il perenne messaggio del Vangelo e il magistero del Santo Padre; discriminazione e violenze verbali o fisiche non hanno alcuna giustificazione, tanto meno religiosa. Possiamo senz’altro desiderare insieme una società libera da forme di odio legato a pregiudizi razziali, religiosi, relativi all’orientamento sessuale o di ogni altro genere. La stessa consonanza esprimo circa la richiesta della pace – al di là delle soluzioni politiche prospettate – per tutte le popolazioni colpite dalla guerra, in Medio Oriente come in Ucraina e nei tanti paesi della terra dove si moltiplicano le vittime innocenti”.

“Circa la piattaforma rivendicativa in campo legale, invece – prosegue Giulietti -, la posizione della chiesa, espressa in diverse occasioni dalla Cei, è sufficientemente chiara: le leggi attuali sono sufficienti per tutelare le persone rispetto agli atti di odio o di violenza e alle discriminazioni; prima ancora dei desideri degli adulti, va tutelato il ‘superiore interesse’ dei bambini di conoscere i propri genitori biologici e di crescere con un papà e una mamma, negato da talune forme di procreazione assistita, dall’adozione a single e coppie omogenitoriali e dalla pratica dell’utero in affitto; il giusto sostegno da offrire alle persone con problemi di identità di genere, soprattutto in età infantile e adolescenziale, non può consistere nell’assecondare acriticamente e prematuramente delle percezioni di sé che possono essere collegate con problematiche diverse e in molti casi venire superate con l’età. Per tali ragioni la nostra condivisione della manifestazione e dei suoi obiettivi non può essere piena“.

“Circa lo stile della medesima, auspico che la libera espressione di rivendicazioni personali e collettive, che è giusto abbia luogo in una società democratica – conclude -, venga esercitata da tutti con attenzione per le sensibilità altrui e per questo possa essere accolta con empatia anche da chi non partecipa e non condivide“.