Lutto nel mondo della politica per la morte di Giovanni Pierami

Già consigliere comunale e vicesindaco ha sostenuto le giunte di Pietro Fazzi e Mauro Favilla. Era sempre in prima fila per i problemi della 'sua' Pontetetto

Lutto nel mondo della politica per la morte di Giovanni Pierami, 76 anni.

Uno dei fondatori della lista civica Per Lucca è stato più volte consigliere comunale, assessore e anche vicesindaco. Il suo movimento, ancora attivo sul panorama politico locale, ha sostenuto il doppio mandato del sindaco Pietro Fazzi e la giunta di Mauro Favilla alla guida della città a cavallo fra la fine degli anni Novanta e l’inizio degli anni Duemila.

Di Pontetetto, molto legato al suo territorio, negli ultimi anni è stato sempre molto attivo nelle battaglie per il suo paese: dall’introduzione del limite a 30 all’ora sul viale San Concordio al contrasto alla costruzione del ripetitorie di telefonia in via delle Gardenie.

Pierami era da tempo malato ma la notizia ha colpito molto l’intera Pontetetto e i tanti che, nell’amministrazione della città, hanno lavorato con lui.

Il sindaco di Lucca Mario Pardini, a nome dell’intera amministrazione comunale, ha espresso profondo cordoglio per la morte di Giovanni Pierami, insegnante, già assessore e vicesindaco del Comune di Lucca. “Un uomo che non ha mai interrotto il suo impegno politico, iniziato molti anni fa – dichiara il primo cittadino -. Consigliere comunale già negli anni Novanta, dopo l’esperienza da amministratore ha costantemente seguito e contribuito alla discussione pubblica con una profonda conoscenza del territorio lucchese e della sua storia”.

Cordoglio anche dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi: “Un grave lutto ha colpito la comunità lucchese con la scomparsa di Giovanni Pierami, che è stato un amministratore molto valido, ricoprendo la carica di assessore comunale con grande efficacia e capacità, e un politico che ha saputo riscoprire le radici lucchesi dando vita insieme ad altri a Per Lucca e i suoi paesi, espressione del fine civismo cittadino. Alla famiglia giungano le mie condoglianze e la mia vicinanza in un momento così triste”.

Cordoglio anche dal capogruppo del Pd, Francesco Raspini: “Un sincero dispiacere – dice – Ho avuto modo di conoscere Giovanni Pierami ai tempi della mia prima esperienza in consiglio comunale e successivamente durante i miei anni da assessore. Infine, con un grado maggiore di confidenza, durante l’ultima campagna elettorale per le elezioni comunali. In tutte queste esperienze mi sono trovato davanti un uomo colto, tenacemente impegnato per portare avanti le esigenze del suo quartiere e, in ultima istanza, innamorato di Lucca, anche se forse di una Lucca che, via via, sta purtroppo sparendo insieme con le persone che la ricordano”.
“Dopo ogni chiacchierata con lui – conclude Raspini – ne uscivo con un dettaglio della storia cittadina che prima non conoscevo, o una circostanza che ignoravo della vita politica passata della città che, accuratamente sviscerata, mi aiutava a mettere a fuoco le vicende del presente. Certamente le sue idee erano in parte diverse dalle mie, ma, come spesso accade con gli uomini di quella generazione politica, questo non è mai stato un vero problema per la comprensione reciproca. E, come tutti loro, mancherà in modo silenzioso ma percepibile”.
I funerali si terranno venerdì mattina (6 settembre) alle 11,30 alla chiesa di Pontetetto.

“Esprimo alla famiglia – aggiunge Daniela Bartolini – sincere condoglianze per l’assessore Pierami che ho conosciuto e stimato per il suo impegno istituzionale”.

Il cordoglio dell’ex sindaco Pietro Fazzi

“Eravamo nel ‘mio’ ufficio e Giovanni, aveva appena firmato l’accettazione della nomina ad assessore. Alza appena la testa, quanto basta per guardarmi bene negli occhi. E con lo sguardo tranquillo ma fermo prosegue, diretto: ‘E ora che delega mi dai?’.  Senza esitazioni, gli porgo il foglio che io non avevo ancora firmato: ‘Ti do le Finanze, i Tributi e il Patrimonio e si comincia a collaborare”’. La risposta è fulminea: scaraventa il foglio e la penna sul tavolo: ‘Non sono settori adatti a me’ e si alza. E’ vicino alla porta e gli chiedo: ‘Che fai, vai via?’. Era presente Piero Andreucci, l’amico leale e compagno di lungo corso di un impegno politico condiviso e il colloquio riprende: “Non voglio un un incarico tecnico, il personale degli Uffici Finanziari è preparato ed esperto e, in più, gli abbiamo affiancato consulenze professionali più che adeguate. Conoscevo Giovanni Pierami, da più di dieci anni e capivo la sua reazione, a dir la verità me l’aspettavo. In seguito gli affidai I Paesi, le Politiche Ambientali con il Parco Fluviale e la ‘Magistratura delle acque’ e altro. Pur non frequentandoci assiduamente, sapevamo di avere molte cose in comune. Giovanni non ha mai rinunciato all’impegno per una politica nel solco della tradizione del Popolarismo Cattolico-Liberale, dalla parte del popolo con una grande attenzione alle situazioni di emarginazione e di povertà”.

“Riferimenti alti che Giovanni non ha mai accolto come un’ideologia, ma li sapeva riconoscere e trasferire anche nelle scelte apparentemente più lontane e marginali. Anche la volontà di restituire dignità alle sepolture per inumazione, abbandonata dalle amministrazioni successive, rispondeva alle nostre convinzioni condivise La sua dedizione per i Paesi era radicata nella convinzione della dignità assoluta di ogni persona e ogni comunità, anche la più piccola. Grazie al suo impegno fu possibile dare spessore culturale e sociale al recupero dei cimiteri di gran parte delle settantadue frazioni del comune. Depositari di una parte rilevante della memoria collettiva delle comunità, attorno ai cimiteri si formarono così, o rinacquero, associazioni e confraternite che si facevano responsabilmente carico dell’apertura e della cura di molte strutture prima semi abbandonate. Anche da Assessore alle Finanze confermò le aspettative. Come era solito fare, era sempre aggiornato e ‘sul pezzo’, le sue relazioni al Consiglio Comunale erano estranee dalla presunta asetticità tipica di chi confonde la neutralità con la mancanza di consapevolezza. Giovanni era una persona attenta alle relazioni ma non si faceva dominare dalle alchimie. Era un politico deciso, se necessario anche duro, non cercava lo scontro ma neppure lo evitava ad ogni costo. Da ultimo abbiamo fatto l’esperienza concreta della nostra condivisione dei valori fondamentali. Come me, Giovanni si era formato ad un ferma distanza dal comunismo, ma anche lui era, non ideologicamente ma fermamente, antifascista. Era approdato dopo di me al Polo delle Libertà, ma anche per lui era stata essenziale la scelta di Fini a Fiuggi, all’ultimo congresso del Msi, quando nacque Alleanza Nazionale. Ed è per questo che ci siamo ritrovati dalla stessa parte in occasione delle ultime elezioni. Senza pregiudizi su possibili evoluzioni, ma fermi nelle scelte. Con Giovanni mi sono sentito amico e – non fraintendano gli amici – compagno. Compagno, cum panem, perché abbiamo condiviso beni essenziali. A Dio Giovanni e a rivederci”.

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