“Nemmeno un animale si uccide così”, la famiglia di Said si appella anche al Re del Marocco

Le sorelle: "Sconcertate che la donna sia solo ai domiciliari"

Non una, come anticipato ieri dalla nostra redazione,  ma ben tre le sorelle di Said Malkoun, che attraverso la tv araba, Chouf Tv,  chiedono giustizia per il fratello.

Il 47enne, “schedato” dalla questura come algerino, in realtà nato a Casablanca, dopo la rapina della borsa, fu investito ed ucciso in Darsena, in via Coppino a Viareggio, nella tarda serata di domenica scorsa, da Cinzia Dal Pino, balneare ora ai domiciliari con braccialetto elettronico, in attesa del processo, accusata di omicidio volontario.

“Nemmeno un animale si uccide così – afferma una delle  tre donne – “Nostro fratello era in Italia da 24 anni ed era una brava persona: tutti coloro che lo hanno conosciuto lo confermano.  Quella donna lo ha investito per quattro volte ed è andata via. Siamo venute a conoscenza della morte dai media italiani. Abbiamo visto il video, e siamo rimaste sconvolte, quando è scesa per riprendere la borsa nemmeno si è accertata delle sue condizioni, ed è andata via, senza chiedere soccorso”. 

“La nostra famiglia è sotto choc, chiediamo che sia fatta giustizia. Ci appelliamo a tutte le istituzioni, anche al Re del Marocco.  Siamo sconcertate dal fatto che la donna sia solo ai domiciliari”.

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