Viareggio sfila in silenzio: fiori in Darsena per Nourdine, vittima dell’omicidio

Circa mille i partecipanti alla manifestazione dal Comune in via Coppino

Un corteo silenzioso, uomini e donne, senza bandiere, quello partito alle 17 di oggi pomeriggio dal Comune di Viareggio fino a via Coppino, davanti al negozio di nautica Cantalupi, luogo del delitto, avvenuto nella notte di domenica scorsa, per deporre mazzi di fiori e ricordare “Said”, al secolo Nourdine Naziki, 52 anni e di nazionalità marocchina, morto dopo essere stato investito dal suv di Cinzia Dal Pino, la 65enne, balneare, accusata di omicidio volontario e ora ai domiciliari col braccialetto elettronico, in attesa del processo, dopo che la Procura di Lucca avrà chiuso le indagini.

Il corteo, circa mille persone promosso dal Forum della Pace, con Cgil, Anpi, Legambiente, Casa delle Donne, Croce Verde, Cantiere sociale e Uovo di colombo, ha scelto il silenzio, come ben spiegato dal prete operaio don Luigi Sonnenfeld,  parroco della Chiesina dei Pescatori, a due passi da dove si è consumato il dramma: “C’è bisogno di riflettere, di scavare dentro se stessi e ritrovare la nostra umanità, per dare una risposta ai commenti dei social, che hanno incitato alla giustizia fai da te”. Applaudendo all’omicidio di “Said” e definendo la donna che l’ha ucciso una eroina. Un fiume incontenibile di odio, quello degli ultimi giorni, al quale, oggi, il corteo ha controbattuto.

C’è una città che non accetta le barbarie – il commendo del prete -, in questi giorni ci sono state persone che hanno portato fiori alla chiesetta dei pescatori, in ricordo della vittima dell’omicidio. Questo di oggi spero  sia solo il primo appuntamento per iniziare ad affrontare un problema complesso, lo scontro tra poveri e ricchi,  tra chi ha tutto e chi non ha niente: in Darsena, qui a fianco della chiesa di cui sono parroco si vede che ci sono persone a dormire con la coperta della Caritas a fianco degli yacht e degli armatori che atterrano con l’elicottero”.

Le sorelle della vittima, da Casablanca, che hanno appreso della morte attraverso internet, visionando anche l’agghiacciante video dell’investimento volontario, attraverso l’intervista rilasciata alla tv araba Chouf Tv live, hanno chiesto giustizia, facendo appello anche al Re del Marocco, condannando duramente quanto accaduto e si sono rivolte all’associazione di volontariato Pantagruel, associazione per i diritti dei detenuti che da anni nel carcere fiorentino, con progetti, impegnano i ristretti, che vede come presidente Fatima Benhijji, dopo che il professore di storia e filosofia Salvatore Tassinari ha dato le dimissioni, e che, nei prossimi giorni, organizzerà una manifestazione a Viareggio, oltre che con l’avvocato Enrico Carboni che sta seguendo il caso.

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