No al pacchetto sicurezza del governo Meloni, le Camere penali in sciopero dal 4 al 6 novembre

5 novembre 2024 | 17:18
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Il presidente Treggi: “Sono misure che tendono alla repressione attraverso il diritto penale di comportamenti che hanno carattere di disagio sociale”

Le camere penali dicono di no al nuovo decreto sicurezza del governo Meloni, passato alla Camera dei deputati e adesso in discussione al Senato, e lo fanno dichiarando un’astensione dalle udienze penali dal 4 al 6 novembre,  iniziativa alla quale aderisce anche la Camera penale di Lucca. Secondo i penalisti, il provvedimento ha una marcata impronta repressiva negli ambiti in cui è più sentito il disagio sociale.

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“A nostro avviso le norme introdotte da questo pacchetto sicurezza non rispondono ai dettami della nostra Costituzione – spiega il presidente delle Camere penali di Lucca, Marco Treggi – Violano il principio di uguaglianza, di determinatezza, di offensività, di proporzionalità della pena, rispetto ad altri reati ben più gravi. Sono tutte misure che tendono alla repressione attraverso il diritto penale, di comportamenti che hanno carattere di disagio sociale”.

Dall’imbrattamento dei muri, all’occupazione di edifici pubblici, alla costituzione di un’aggravante per chi blocca una strada, un binario o chi protesta anche in modo pacifico in carcere.

“Non è necessaria una repressione penale – tuona il presidente dell’ordine delle Camere penali di Lucca -, è necessaria una maggior presenza di polizia, una maggior educazione delle persone, quindi maggiori interventi che vanno a tutelare quegli spazi di per se a rischio come sono ad esempio, le stazioni”.
“Quindi a nostro modo di vedere – conclude Marco Treggi -, quello che non è necessario in questo momento, è proprio un aumento così esagerato delle pene, l’introduzione di nuovi reati e l’introduzione anche di aggravanti così specifici che vanno a colpire appunto le persone disagiate, ed è per questo che noi ci asteniamo”.

“Penalizzare troppo crea un effetto contrario – precisa Luigi Gino Velani, della Camera penale di Lucca -. Rispetto alla Riforma Cartabia, che utilizza metodi alternativi alla custodia in carcere, questi sono tipici reati che riguardano la gioventù e i nostri figli, in cui è facile incappare e in questo modo si finisce per sanzionare queste condotte con pene alte ed aggravanti altrettanto alte”.
“Ci vorrebbe una prevenzione fatta nei modi giusti – aggiunge -, alzare le pene è gratis, mentre fare prevenzione ha un costo. Questo però è mero populismo che prende a piene mani dalla cronaca. Si cerca di intimidire per reprimere”.

Il tesoriere della camera penale di Lucca, Maurizio Zerini ricorda che “l’astensione di questi giorni non va ad incidere con i provvedimenti in essere e i termini della prescrizione si sospendono senza colpire l’iter processuale”.