Salanetti, Porcari ridisegna i propri confini per dire no all’impianto: “Adesso il centro abitato è a soli 90 metri”
Lo studio, commissionato per aggiornare il quadro conoscitivo degli strumenti urbanistici, certifica l’esistenza di un criterio escludente la realizzazione dell’impianto per il riciclo di pannolini
Una nuova carta per bloccare la realizzazione dell’impianto per il riciclo di pannolini e pannoloni a Salanetti È quella presentata questa mattina (28 novembre) dal sindaco di Porcari Leonardo Fornaciari che, tramite una conferenza stampa a fianco della vicesindaca Roberta Menchetti, ha comunicato l’approvazione di un atteso documento: la delibera di giunta che va a ridisegnare e che amplia i confini del centro abitato.
La nuova cartina – che è frutto di un importante lavoro con l’iter partito ufficialmente ad ottobre – adesso è realtà: adesso l’immobile scelto per realizzare il discusso progetto a Salanetti dista solamente 90 metri dal centro storico di Porcari. Un nuovo elemento che l’amministrazione Fornaciari metterà sul tavolo per stoppare il progetto e che è già pronto a comunicare in conferenza dei servizi.
A far luce sulla situazione, dopo giorni di polemiche, è il primo cittadino: “Il lavoro che ufficializziamo oggi parte dal 16 ottobre, quando l’ufficio urbanistica ha dato l’incarico tecnico per la delimitazione dei centri abitati ai fine del codice della strada – afferma Fornaciari -. Il tutto nell’ambito della revisione degli allegati del quadro conoscitivo per il piano strutturale intercomunale e piano operativo. Dalla revisione totale di tutto il paese di Porcari, adesso il centro abitato di Porcari si trova a soli 90 metri dal capannone oggetto del progetto relativo al trattamento tessile e dei pannolini a Salanetti. Questo significa che ai cittadini – che in data 12 novembre durante l’assemblea pubblica hanno firmato una lettera invitando il sindaco a procedere con urgenza con la delimitazione del centro abitato – non gli è stato detto da chi conduceva l’assemblea, ovvero l’opposizione, che il Comune aveva già dato l’incarico un mese prima (il 16 di ottobre ndr). Noi non siamo favorevoli a questo progetto e porteremo questa carta nelle sedi opportune, ovvero alla conferenza dei servizi che ha sede in Regione“.
Il sindaco ripercorre le tappe che hanno portato all’approvazione della delibera: “Il lavoro dell’architetto incaricato è arrivato il 25 novembre e nello stesso giorno la commissione urbanistica, formata anche da membri della minoranza, ha approvato il lavoro – afferma -. Martedì 26 novembre, quindi il giorno dopo, la giunta comunale ha approvato la delibera e oggi, che è pubblicata sull’albo pretorio, l’abbiamo voluta rendere nota ai cittadini tramite i media. Questo è un percorso serio che noi abbiamo inteso fare nell’ambito della pianificazione urbanistica, non prendendo una delibera di giunta di diversi anni fa cambiandoci la data e portandola in approvazione creando un atto debole e facilmente impugnabile. I prossimi step? Oltre a questa carta, è bene ricordare – perchè qualcuno omette di dirlo – che pende ancora il ricorso straordinario al presidente della Repubblica presentato dal Comune di Porcari e che non è ancora stato discusso. Questo verte su argomentazioni diverse dal ricorso che è stato respinto pochi giorni fa dal Tar. Nel nostro ricorso, che ancora pende, adesso potremo inserire una motivazione in più: ovvero che via Ciarpi è a ridosso dell’impianto di Salanetti e qualcuno ne dovrà prendere atto”.
La vicesindaca Roberta Menchetti torna sulla questione del ricorso dei cittadini bocciato dal Tar e punge l’opposizione: “Le motivazioni per cui è stato bocciato il ricorso prescindono dalle cose che sono state dette in questi giorni, soprattutto dall’opposizione, sulla presenza o meno della delibera relativa al centro abitato. Il ricorso è stato respinto essenzialmente perché proposta da un singolo cittadino, nel senso che il Tar ha esaminato la situazione della casa di quel cittadino, definendola ‘casa sparsa’, e quindi praticamente non potendo valutare la questione centro abitato nel suo insieme. Questi tipi di ricorsi vanno fatti in un certo modo e da chi è portatore di un interesse collettivo. Ovviamente se un gruppo politico (riferendosi all’opposizione ndr) o un comitato avesse fatto ricorso, il Tar non si darebbe potuto limitare a respingere la richiesta parlando di una casa sparsa. Le cose vanno fatte per bene e forse chi le vuole far si deve assumere il coraggio di fare cose un pochino pericolose ma che sono le uniche che hanno la possibilità lo scopo che ci è prefissi”.
La battaglia del comune di Porcari per bloccare l’impianto di Salanetti va avanti: “La nostra contrarietà al progetto – annuncia il sindaco – seguirà anche altri argomentazioni che presto esporremo. Quello presentato oggi è solamente un tassello per arrivare a stoppare la realizzazione dell’impianto. Non ho timore di mettere la faccia su questa vicenda e lo dimostrano gli atti. Il nostro obiettivo è quello di tutelare i cittadini di Porcari e anche la nostra nuova cartina non può essere ignorata dalla Regione Toscana”.
I dettagli sulla revisione del centro abitato di Porcari
La giunta comunale di Porcari, nella seduta della mattina di martedì (26 novembre), ha approvato l’aggiornamento della delimitazione dei centri abitati, in conformità con il codice della strada e il relativo regolamento di esecuzione, già approvato il giorno precedente dalla commissione consiliare urbanistica. L’ultima delimitazione ufficiale dei centri abitati risaliva al 2003, nonostante i significativi cambiamenti intervenuti sul territorio negli ultimi vent’anni. L’attuale revisione è stata resa necessaria nel quadro degli studi conoscitivi per il piano operativo in formazione e tiene conto dello sviluppo del tessuto edilizio, della declassificazione di alcune strade da provinciali a comunali e della necessità di uniformare la posizione della segnaletica stradale con i nuovi confini.
Il gruppo di lavoro, incaricato lo scorso 16 ottobre, ha incluso tecnici comunali e il comandante della polizia municipale, Gionata Gualdi, che ha garantito il rispetto delle prescrizioni tecniche. Il lavoro è stato affidato all’architetto Francesco Monacci, che ha consegnato lunedì scorso al Comune una relazione dettagliata corredata da cartografia aggiornata. Lo stesso giorno si è riunita la commissione urbanistica. La delibera adatta dunque i confini all’assetto attuale degli insediamenti e, di conseguenza, presenta elementi di novità anche per la conferenza dei servizi della Regione Toscana, che dovrà pronunciarsi sull’autorizzazione dell’impianto di riciclo di pannolini previsto a Salanetti, a soli 90 metri dal confine con il territorio comunale di Porcari e dal suo centro abitato così definito. Secondo il Piano rifiuti e bonifiche un impianto di riciclo non può essere autorizzato se situato a meno di 200 metri dal centro abitato. La nuova delimitazione aggiornata del Comune di Porcari certifica che il sito proposto per l’impianto di riciclo pannolini a Salanetti si trova in una posizione di prossimità al centro abitato inferiore al limite individuato dalle norme regionali: questa vicinanza può rappresentare dunque un motivo escludente l’autorizzazione.
La nuova definizione dei confini sarà esposta nella prossima conferenza dei servizi, sede nella quale il Comune di Porcari ribadirà la propria opposizione all’impianto, già espressa in numerosi atti formali e nel ricorso al Presidente della Repubblica, oggi trasposto al Tar. L’aggiornamento fornisce un supporto tecnico-legale solido alle istanze del territorio e va a modificare il quadro di riferimento sul quale si è pronunciato recentemente il Tar della Toscana respingendo il ricorso presentato da due cittadini proprietari di un edificio residenziale in via Ciarpi.
La nota del Comune: le dichiarazioni dell’amministrazione Fornaciari
“Con questo atto mettiamo una pietra tombale sulle chiacchiere strumentali cavalcate dalla minoranza in questi mesi. Non c’è stata serietà né onestà intellettuale. Due mancanze che hanno dapprima agitato gli animi degli abitanti, comprensibilmente preoccupati per la realizzazione del nuovo impianto, e poi hanno trascinato questo eccesso di rabbia fomentata ad arte verso un ricorso al Tar fallimentare. L’opposizione sapeva molto bene quanto fosse debole ricorrere al tribunale amministrativo sulla base di un perimetro aggiornato al 2003: ma forse non era tutelare gli interessi dei porcaresi il loro fine reale, quanto apparire, ergersi a difensori indefessi di quelle stesse istanze che l’amministrazione stava già cercando di difendere nelle giuste sedi e con i giusti mezzi. C’è di più. Le motivazioni addotte dai ricorrenti al Tar – due privati cittadini e non un comitato, sia chiaro – avevano una portata limitata, legata principalmente alla tutela della loro proprietà e non a questioni con un impatto significativo sull’interesse generale della collettività. La fretta di agire rumorosamente, per sovrastare e minimizzare l’impegno dell’amministrazione a tutela dei porcaresi, ha offuscato forse la capacità di giudizio della minoranza alla regia di questo salto nel vuoto? Sarebbe stata diversa la sentenza se il ricorso fosse stato presentato come La Porcari che vogliamo, o come comitato regolarmente costituito, soggetto giuridico collettivo portatore di interessi diffusi? Vorremmo poterci sbagliare, ma il gruppo di minoranza sembrerebbe essersi comportato con la stessa codardia del monello che tira il sasso e nasconde la mano“.
“La debolezza di una rimostranza di interesse particolare su un progetto che, ci piaccia o meno, ha manifeste finalità di interesse pubblico e un finanziamento europeo già ottenuto, era chiara dal primo momento – proseguono -. Ma no, è stato preferito mandare avanti, con ampia compartecipazione alla spesa per farlo, un ricorso nato male, con pochissime probabilità di essere accolto proprio perché basato sul caso di una singola abitazione e su quel caso si è pronunciato il Tar, non su altro. Diverso discorso va fatto per il ricorso, ancora oggi pendente, portato avanti dal Comune di Porcari al Presidente della Repubblica, fondato su motivazioni ulteriori, ponderato e ragionato dall’amministrazione, dai pubblici ufficiali che lavorano a servizio della collettività porcarese e dai legali incaricati. L’assemblea dello scorso 12 novembre, condotta dal gruppo di minoranza tra omissioni, facili soluzioni e superficialità, ha avuto come unico esito l’invio massiccio di lettere, tutte uguali, con le quali i cittadini e le cittadine chiedevano al sindaco la delibera di giunta di aggiornamento del perimetro del centro abitato. Peccato che l’incarico per procedere in quella direzione questa amministrazione lo avesse affidato un mese prima, il 16 ottobre. Anomalo che la minoranza, così attenta agli atti pubblicati dal Comune di Porcari, non avesse trovato riscontro di questo affidamento prima”.
“Oggi questa delibera c’è, è l’esito di un lavoro serio su tutto il territorio comunale, un doveroso aggiornamento di carte rimaste ferme al 2003 nonostante le trasformazioni intervenute in questi 21 anni e necessario per attualizzare il quadro conoscitivo alla base dei nuovi strumenti urbanistici in via di definizione – continuano -. Questa delibera ci sarebbe stata anche se la minoranza avesse impiegato le proprie energie nella costruzione di un percorso sano di dialogo, peraltro mai negato nei contesti pubblici e in quelli più riservati, anziché animare le preoccupazioni delle persone. Siamo stati eletti per servire questo paese. Non rispondiamo ad altre logiche. Non tramiamo in segrete stanze. Ma è il momento di fare della seria informazione sulla vicenda Salanetti, fermo restando che percorreremo tutte le strade utili per impedire l’autorizzazione dell’impianto alle porte del paese, supportati, come sempre, dal nostro team legale. Lo stesso che al momento ha impedito la realizzazione dell’impianto fotovoltaico a terra in via Forabosco. Il nostro ricorso al Presidente della Repubblica, trasposto al Tar, si basa su principi diversi dal ricorso al Tar recentemente respinto. Ecco perché è ancora concreto l’auspicio che l’esito possa essere diverso e il progetto possa essere sottoposto a valutazione di impatto ambientale”.
“Dobbiamo anche essere consapevoli che 15 milioni di finanziamenti europei sono un’opportunità che Reti Ambiente farà di tutto per difendere – affermano -. Non possiamo dire ‘basta fare il perimetro del centro abitato’: se lo facessimo illuderemmo soltanto le persone. Continuiamo a monitorare la vicenda e attrezziamoci, insieme, per ottenere il massimo per Porcari in qualunque direzione vadano le decisioni del Tar e della conferenza dei servizi. La politica, la buona politica, serve a questo”.