Omicidio a Lunata, Artan Kaja ucciso da un colpo di fucile

15 gennaio 2025 | 20:58
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Effettuata l’autopsia dal medico legale Ilaria Marradi. Ora si cercano l’arma e il cellulare del 50enne Marian Pepa

Nuove rivelazioni dall’esecuzione dell’autopsia sul cadavere di Artan Kaja, l’imprenditore di 52 anni ucciso mentre lavorava in un deposito della Smurfit Kappa a Lunata.

Dopo l’affidamento dell’incarico da parte della pm titolare dell’inchiesta, Lucia Rugani, al medico legale Ilaria Marradi, la stessa questa mattina (15 gennaio) ha effettuato l’esame autoptico. E ancora una volta è stato colpo di scena. Ad uccidere Kaja, infatti, non sarebbe stato un colpo di pistola ma di fucile, probabilmente modificato a partire da un’arma da caccia.

Il colpo sarebbe stato sparato, questo quanto trapela, alle spalle. La cartuccia a pallettoni sarebbe penetrata da dietro l’orecchio destro della vittima e i pallettoni si sarebbero conficcati in altre parti del cranio fra lo zigomo e l’emisfero sinistro.

Non un proiettile, dunque, ma un’arma potenzialmente ben più pericolosa, che ha ucciso verosimilmente sul colpo il piccolo imprenditore di origine albanese, lasciato in una pozza di sangue.

In carcere per il delitto del 7 gennaio scorso c’è il 50enne Marian Pepa, che si è presentato spontaneamente dai carabinieri affermando di essere il responsabile del fatto. Da allora, difeso dall’avvocato d’ufficio Mara Nicodemo, si è chiuso nel suo diritto di non rispondere anche davanti al Gip che ha convalidato il fermo disponendo la custodia cautelare in carcere dove è attualmente rinchiuso in attesa di giudizio.

A questo punto le indagini si rivolgono alla ricerca del fucile, che non è stato sicuramente rinvenuto nelle vicinanze del luogo dell’omicidio, e del cellulare del presunto omicida, che lo stesso avrebbe perso nella giornata passata a vagare per la Piana prima di decidere di presentarsi ai rappresentanti dell’Arma.

La dinamica emersa dall’autopsia, di certo, aggrava la posizione dell’omicida, perché compatibile con un agguato alle spalle dell’aggredito.

Anche sulla base di quanto emerso dall’esame Marian Pepa sarà riascoltato nei prossimi giorni dal magistrato.