Ipotesi Pfas nell’acqua a Lucca, Geal respinge i dati di Greenpeace: “Parametri cinque volte inferiori ai limiti”

24 gennaio 2025 | 14:07
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Il gestore idrico: “Nessuna segnalazione neanche dagli enti esterni preposti alla sorveglianza e al controllo. In aggiornamento il piano di sicurezza”

In merito alle informazioni divulgate nel report diffuso il 22 gennaio da Greenpeace sull’asserita presenza di Pfas nell’acqua a Lucca, la Geal replica e conferma che la qualità dell’acqua potabile distribuita sul territorio del Comune di Lucca è puntualmente e costantemente monitorata con oltre 800 analisi all’anno da parte del gestore del servizio idrico integrato Geal, attraverso il proprio laboratorio certificato ed i laboratori esterni anch’essi certificati Accredia, insieme alle autorità ed enti competenti di controllo quali Arpat e Asl.

“In particolare – dice l’azienda – si evidenzia che già nello stesso report di Greenpeace, su un solo ed unico punto di campionamento eseguito a Lucca, il parametro denominato Somma di Pfas espone un valore di 22,7 ng/l e quindi significativamente inferiore ai 100 ng/l, che rappresentano il limite previsto dalla normativa, che si ricorda entrerà in vigore a partire da gennaio 2026. Inoltre, nell’ambito del piano di prevenzione e monitoraggio di Geal sull’intero sistema idrico, le analisi eseguite da laboratori accreditati esterni ed incaricati dal gestore, relativamente a questo specifico punto di prelievo indagato da Greenpeace, non ha potuto misurare la presenza di queste sostanze in quanto inferiori al limite di rilevabilità di 10 ng/l e quindi nettamente inferiore al limite di 100 ng/l“.

“Anche dagli enti esterni preposti alla sorveglianza e al controllo – prosegue il gestore idrico – ad oggi non risultano pervenute a Geal segnalazioni o comunicazioni in merito alla presenza di sostanze Pfas nelle acque distribuite nella città di Lucca. Infine, oltre ai controlli sopra indicati, Geal sta elaborando ed aggiornando per tutto il territorio servito il piano di sicurezza dell’acqua, strumento previsto dalla normativa europea (direttiva Ue 2020/2184), risultando quindi in una fase avanzata di esecuzione rispetto alla scadenza di legge prevista per il 2029. Quest’importante attività definisce un sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’analisi di rischio estesa all’intera filiera idro-potabile ed è condotta insieme ai principali enti ed autorità esterne, tra le quali il Comune di Lucca, l’Asl, l’Arpat e l’Ait, che attraverso un lavoro sinergico di condivisione delle competenze consente di incrementare ulteriormente la sicurezza e la qualità dell’acqua mediante azioni mirate. Quindi, in definitiva, non sussiste alcun elemento di allarme sulla qualità e la sicurezza dell’acqua potabile distribuita nella città di Lucca”.