Calunnia nei confronti di Bianucci, Cantini e Guidotti: “Andrea Colombini condannato a un anno e quattro mesi”
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Il commento della parte lesa: “Grazie a chi c’è stato vicino, ma evidenziamo che c’è stato chi ha pensato che solo altre vicende legali meritassero solidarietà pubbliche”
“Apprendiamo con soddisfazione che la magistratura penale di Lucca, alla quale in questi anni ci siamo affidati con fiducia, ci ha finalmente reso giustizia, riconoscendo che Andrea Colombini aveva compiuto una calunnia nei nostri confronti quando ha tentato in modo pretestuoso di vederci condannati e di ottenere da noi un maxi-risarcimento in sede civile per alcune opinioni politiche che col massimo rispetto, ma pure con altrettanta determinazione, avevamo espresso”. Così Daniele Bianucci, Claudio Cantini e Roberto Guidotti, che all’epoca dei fatti oggetto della sentenza odierna erano i capigruppo in consiglio comunale per le liste del centrosinistra.
“Il giudice ha stamani (19 febbraio, ndr) condannato Colombini alla pena di un anno e quattro mesi, ad un risarcimento economico nei nostri confronti (1500 euro ciascuno, ndr) e al ristoro delle spese legali da noi affrontate – spiegano Bianucci, Cantini e Guidotti – Già nell’aprile 2022, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lucca aveva inteso accogliere la proposta del Pubblico Ministero, e aveva archiviato la querela nei nostri confronti promossa appunto da Andrea Colombini, evidenziando che le dichiarazioni da noi prodotte, contestualmente al Consiglio comunale a cui Colombini avevano partecipato su invito di quella che allora era l’opposizione, erano niente più che esercizio di critica. Oggi, finalmente, lo stesso tribunale ci riconosce la calunnia di cui siamo stati parte offesa da parte di Colombini”.
“Ringraziamo i nostri legali Luca Cantini e Luisa Torre per il supporto – concludono Bianucci, Cantini e Guidotti – Da parte nostra non è mai mancata piena fiducia nel giudizio della Magistratura, sicuri di aver sempre agito, senza mancare di rispetto verso alcuno, nella pienezza delle prerogative a cui i cittadini ci hanno chiamato eleggendoci Consiglieri comunali. Abbiamo affrontato questa vicenda legale con serenità e dignità, pur non nascondendo l’apprensione per le spese legali da affrontare, col diretto rischio che esse si ripercuotessero sulle nostre famiglie. Non possiamo nascondere l’amarezza nei confronti di chi ha pensato che altre vicende legali meritassero solidarietà pubbliche, ma si è sempre ben guardato dall’esprimersi sulla vicenda giudiziaria che ci stava riguardando. La nostra gratitudine va a chi ci è stato vicino”.