Rischio cani mordaci per i neonati, il veterinario: “Necessario preparare l’animale all’arrivo di un bambino in casa”

23 febbraio 2025 | 12:43
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Rischio cani mordaci per i neonati, il veterinario: “Necessario preparare l’animale all’arrivo di un bambino in casa”

Il dottor Manuel Santini: “Secondo la mia esperienza alla base del disturbo comportamentale del cane c’è sempre un errore da parte dell’uomo”

Alla ribalta, in questi giorni, i casi di cani che attaccano e mordono i bambini. Al di là della vicenda, al momento ancora dubbia, della bimba morta ad Acerra, azzannata dal pitbull (che al momento è risultato non avere traccia di Dna della piccola in bocca e addosso) è di questa settimana la storia del neonato di 10 giorni morso alla testa dal 4 zampe di famiglia, portato in condizioni gravissime al Meyer di Firenze, dove i medici lo hanno operato, ed è ancora in prognosi riservata. 

Del “problema” ne parliamo con il medico veterinario, con ambulatorio a Viareggio, al Marco Polo, dottor Manuel Santini.

Esistono cani “cattivi” geneticamente?

L’aggressività fa parte dell’etogramma di un cane ed è uno strumento comportamentale usato tra simili. Quando questo viene traslato nei confronti dell’uomo, a maggior ragione se l’atto si consuma in famiglia, è patologico o il soggetto non ha ricevuto la corretta socializzazione. Spesso il nostro gesticolare può essere interpretato da un cane come un segnale di minaccia (spesso conviene tenere le mani in tasca ad esempio quando abbiamo a che fare con cani di indole mordace), come il tono della voce che andrebbe tenuto basso come è importante non fissare negli occhi il cane che potrebbe pensare ad un segno di sfida.

Perchè un cane “attacca”, ci sono comportamenti che noi umani dovremmo evitare?

Nel periodo che va dalle 3 alle 8 settimane di vita il cucciolo subisce l’imprinting una sorta di inventario di ciò che nella vita adulta sarà ricordato come una lista di buoni e cattivi. In questa finestra temporale è fondamentale mostrare al cane persone di età diversa e altri animali cioè il cane deve ricevere una “cultura” del mondo che lo circonda. Ricordiamoci che un bambino piccolo se non è stato mai visto da un cane, ai suoi occhi risulta una preda.
 Quando si inserisce in casa un bimbo o un nuovo animale si rompe un equilibrio per il cane e se i proprietari non lo hanno fatto socializzare nel periodo di imprinting è un quadro molto rischioso. Per evitare inconvenienti e aggressioni è necessario preparare il cane sia dal punto di vista comportamentale che farmacologico ed evitare cambiamenti repentini della routine perché il cane è molto abitudinario e può andare incontro a tensioni notevoli. Infine sempre più spesso abbiamo casi di cani e gatti che assumono stupefacenti dei proprietari spesso con sintomi neurologici molto importanti pertanto non bisogna trascurare anche questo aspetto negli episodi di aggressività.

Nel caso di bimbi piccoli in casa, quale è l’approccio migliore che i genitori dovrebbero adottare per la serenità, e la sicurezza, sia del cane che dei piccoli? Dopo le ultime vicende il “mondo” si divide tra “il cane non ha mai colpa, i responsabili sono i proprietari” e la richiesta di una sorta di black list per certe razze con tanto di patentino per chi li compra, o adotta. Secondo lei?

Secondo la mia esperienza alla base del disturbo comportamentale del cane c’è sempre un errore da parte dell’uomo. Non esiste il gene dell’aggressivita’ legato alla razza, magari l’istinto può essere più marcato in un individuo rispetto ad un altro. Addirittura uno studio del 2023 di alcuni ricercatori finlandesi ha evidenziato la maggiore aggressività nel Collie escludendo tutti i molossoidi tra i più problematici.  È chiaro che un punto di partenza deve esserci anche tra gli allevatori. Un soggetto particolarmente aggressivo andrebbe escluso, quindi, dalla riproduzione poiché la sua indole potrebbe essere trasmessa alla prole. Inoltre bisogna pensare alla preparazione di un proprietario quando sceglie un cane. Spesso i maggiori disturbi si hanno proprio quando cani non socializzato entrano in famiglie che non hanno avuto esperienze precedenti o che non conoscono l’etologia del cane. Purtroppo in questo paese siamo abituati a improvvisarci arbitri, allenatori, medici in base alle mode e lo stesso succede quando viene preso un animale domestico. Bisogna essere meno superficiali e fare riferimento ai professionisti, perché la verità non va cercata sui social e forse un “patentino” credo che sia il momento di istituirlo a chi vuole commentare sui social.

Penalmente, nel caso di un morso, risponde il proprietario con una denuncia per lesioni, oppure di omicidio colposo nel caso di una tragedia, il cane viene sequestrato, messo in canile e sottoposto a controlli comportamentali. Premesso che in Italia, al contrario di altre nazioni, esiste il “no kill”, la non soppressione per eutanasia, a meno che non si tratti di una malattia senza rimedi, lo si può recuperare, con un addestratore cinofilo comportamentalista?

Per fortuna la scelta drastica dell’eutanasia non è la via seguita. Se dovessimo ragionare al contrario, l’essere umano sarebbe a rischio di estinzione. Il problema del soggetto adulto è che molte volte l’aggressività risulta conseguenza di altre patologie che provocano dolore e malessere quindi non sempre l’aggressività del cane risulta un disturbo comportamentale. Nel maschio l’intervento di castrazione per togliere l’azione del testosterone a volte può essere risolutivo così come nella femmina la sterilizzazione può annullare l’azione della prolattina e il verificarsi della gravidanza isterica. Per questo è fondamentale l’intervento di un medico veterinario che valuti attentamente il quadro clinico di ogni soggetto.