Intervento sbagliato al San Luca, maxirisarcimento per un restauratore lucchese
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Dopo un’odissea fra pronto soccorso e chirurgia l’uomo ha deciso di rivolgersi a un professionista di Cisanello: avrà oltre 80mila euro
Maxicondanna al risarcimento all’Asl Toscana Nord Ovest per un caso di malasanità. Almeno così ha stabilito, in composizione monocratica, il tribunale civile di Lucca con giudice Michele Fornaciari.
L’uomo che ha chiesto il risarcimento, di professione restauratore, fino all’estate del 2021, nell’agosto di quell’anno si è dovuto recare al pronto soccorso dell’ospedale San Luca per un forte dolore toracico. Dalle analisi sono emersi gravi problemi all’addome che hanno richiesto un primo intervento chirurgico.
È stata quello l’inizio di una odissea a seguito della quale l’uomo ha deciso di chiedere i danni alla Asl. Nonostante la scoperta di un tumore e le condizioni di salute ancora precarie, almeno così ricostruisce il giudice, anche sulla base di una perizia tecnica, l’uomo era stato dimesso con la programmazione di una visita di controllo dopo 7 giorni e la previsione di un prosieguo dell’iter terapeutico dopo 20 giorni dopo l’esame istologico. Ma le condizioni sono peggiorate fino a un nuovo ricovero pochi giorni dopo con la diagnosi di occlusione intestinale. Un nuovo intervento di urgenza, il secondo, è stato eseguito ma, come è stato ricostruito successivamente, in maniera non adeguata e dopo una serie di problemi gravi di salute il paziente ha deciso di rivolgersi ad altro ospedale, quello pisano di Cisanello, per un nuovo intervento che ha rimediato solamente in parte agli effetti dell’intervento errato.
Un iter ricostruito dal giudice, su richiesta del paziente, confermato dai periti, che hanno sostanzialmente riconosciuto la responsabilità dei medici della struttura ospedaliera lucchese nel secondo intervento. All’uomo è stato riconosciuto un danno biologico permanente del 15 per cento, quantificato in quasi 40mila euro. A questo si aggiunge un danno temporaneo totale e parziale di poco più di 3500 euro. Riconosciute al paziente anche oltre 5600 euro per le spese mediche successive al secondo intervento e anche il costo del terzo intervento a Cisanello, di oltre 27200 euro. Altri 4900 euro, infine, sono stati riconosciuti per il cosiddetto lucro cessante, ovvero il mancato guadagno nel periodo dell’invalidità temporanea.
A queste somme, circa 80mila euro da rivalutare, vanno aggiunte, a carico della Asl, anche le spese di lite e di perizia e di difesa, per un totale che si avvicina alla cifra complessiva di 100mila euro.