Ai domiciliari a Capannori per associazione a delinquere, ma la Cassazione chiede una nuova valutazione

10 marzo 2025 | 10:26
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Ai domiciliari a Capannori per associazione a delinquere, ma la Cassazione chiede una nuova valutazione

Il pm del tribunale di Cagliari ha presentato ricorso, accolto, per il pericolo di riattivazione dei legami criminali sul territorio

Tornerà in sede di appello la decisione sulla custodia cautelare agli arresti domiciliari a Capannori in attesa di giudizio di un 64enne napoletano accusato di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale dei proventi del traffico di stupefacenti.

L’uomo è ai domiciliari a Capannori, in casa di un parente, ma il procuratore della repubblica del tribunale di Cagliari si è rivolto alla Cassazione per ricorrere contro l’ordinanza per vizio di motivazione per la scelta della misura cautelare dei domiciliari, nonostante la conferma di gravi indizi di colpevolezza e nonostante una parente dell’uomo lavori in una banca del territorio che, così secondo le indagini, è stata punto di riferimento per l’apertura di conti correnti ed investimenti finanziari, come si legge in sentenza “utili allo svolgimento delle attività criminali dell’associazione”.

Secondo il procuratore, inoltre, la presenza di numerosi familiari dell’uomo sul territorio potrebbe anche facilitare il pericolo di recidiva del reato.

Anche l’indagato ha proposto ricorso per cassazione per violazione di legge in quanto il tribunale non avrebbe tenuto conto della pronuncia del tribunale per il riesame di Napoli che aveva revocato la misura cautelare non ritenendo sussistente il pericolo di recidiva e per non aver offerto alcuna motivazione in ordine alla richiesta di applicazione degli arresti domiciliari in Germania.

La Cassazione ha accolto il ricorso del pubblico ministero. “Il Collegio ritiene – si legge in sentenza – che tale valutazione sia contraddittoria, oltre che fondata su una valutazione incompleta del compendio indiziario”. In particolare, oltre alla conferma dei gravi indizi nei confronti dell’indagato e al fatto che il riciclaggio sarebbe proseguito almeno fino al 2023 la Cassazione critica “la scelta del “luogo” per l’applicazione degli arresti domiciliari” che “non risulta avere tenuto in considerazione le concrete possibilità di riattivazione dei legami criminali con gli altri componenti dell’associazione”.

“In sintesi, il Collegio ritiene – questo il motivo dell’annullamento – che l’ordinanza impugnata debba essere annullata in accoglimento del ricorso del pubblico ministero, affinché, in sede di giudizio di rinvio, sia riesaminato il quadro cautelare, con rinnovata valutazione dell’intensità del pericolo di reiterazione, anche tenuto conto del prolungamento dell’attività criminale fino al 2023, dell’adeguatezza della misura cautelare”.

Respinto, invece, il ricorso presentato nell’interesse dell’indagato, ritenuto infondato. Irrilevante, infatti, la decisione del tribunale del riesame di Napoli. Quanto alla mancata applicazione dei domiciliari in Germania sarebbe stata legata all’implicita rinuncia al momento della richiesta di applicare gli arresti a Capannori.

L’indagato dovrà quindi in questo senso pagare le spese processuali.