Il giallo delle coppiette uccise |
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Mostro di Firenze: dall’esame del Dna i resti riesumati sono di Francesco Vinci

20 marzo 2025 | 17:37
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Mostro di Firenze: dall’esame del Dna i resti riesumati sono di Francesco Vinci

L’uomo fu trovato incaprettato e carbonizzato nel bagagliaio di un’auto nell’agosto 1993 nelle campagne pisane

Mostro di Firenze: dall’esame del Dna sui resti riesumati dal cimitero di Montelupo Fiorentino, sono di Francesco Vinci, una delle figure centrali della cosiddetta “pista sarda” nella incredibile e interminabile vicenda del Mostro di Firenze, a tutt’oggi insoluta.

Arrestato nell’agosto del 1982 in seguito al duplice delitto di Giogoli, in quanto sospettato di essere l’autore dei delitti delle coppie, Vinci venne scagionato e scarcerato nell’ottobre dell’anno successivo.Nel 1993, in un’auto carbonizzata nelle campagne di Chianni, nel Pisano, vennero poi ritrovati due cadaveri: uno di questi venne identificato proprio come Francesco Vinci. Ma la vedova Vitalia Velis aveva più volte esternato il sospetto che il marito fosse ancora vivo e avesse inscenato questa terribile pantomima, per sparire di scena e fuggire all’estero. Per questo si era rivolta all’Agenzia Investigativa Falco di Lucca di Davide Cannella, autore di un celebre testo sulla vicenda del Mostro di Firenze, “Wincester calibro 22 serie H” e dei suoi assistenti, il genetista forense Eugenio D’Orio e la criminologa Wilma Ciocci.

La riesumazione era stata ordinata dalla Procura di Firenzeper chiarire se si trattasse veramente del corpo dell’uomo trovato ucciso, incaprettato e carbonizzato nel bagagliaio di un’auto nell’agosto 1993, nella campagna nei pressi di Pisa e i resti condotti presso l’istituto di medicina legale di Firenze, per essere esaminati dagli esperti incaricati dalla procura, il medico legale Martina Focardi e il genetista Ugo Ricci, e da quelli nominati dalla stessa Velis, il genetista forense Eugenio D’Orio e il medico legale Aldo Allegrini.

Il risultato diffuso oggi, 20 ,marzo 2025, non lascia perplessità: si tratta con certezza del corpo di Francesco Vinci. Ma certo non spiega il perché di una fine così orribile e cruenta di uno dei personaggi cardine nella ricerca dell’identità del Mostro di Firenze, che forse, visto il trascorrere degli anni, rimarrà sconosciuta.