“Insceneranno un suicidio”: la frase choc di Affatigato su Facebook a un mese dalla morte

Un post del 7 marzo dall’amaro sapore profetico: “Ecco cosa succede se non riescono a delegittimarti ed eliminarti socialmente”
Sapeva di morire Marco Affatigato?Da un post pubblicato sul suo profilo Facebook lo scorso 7 marzo, sembra di sì. Anzi, prevedeva anche, in un post che ha un amaro sapore profetixo, che sarebbe stato inscenato un suicidio.
Una sorta di “testamento”, a poco più di un mese dal giorno in cui è stato trovato senza vita nella sua casa di Nizza, decesso per il quale si ipotizza un suicidio, con molte ombre, e sul quale sono ancora in corso indagini approfondite da parte della gendarmeria francese. Sapeva, forse, che qualcuno lo aveva messo nel mirino?
“Ecco cosa succede quando qualcuno parla“, scriveva Affatigato in tre fasi.
“Prima si tenta di comprarlo (ma non si vende) – spiegava nel post su Facebook – poi si tenta di delegittimarlo (è un infame), organizzando contro di lui attentati fisici, è un truffatore, e magari gli si costruiscono addosso processi su iniziativa della Procura o di loro ”complici” spinti a denunciare oppure gli si sequestrano ”preventivamente” le attività commerciali per poi proporre il fallimento documentale , sempre di iniziativa della Procura oppure gli si creano oltre 90 indagini processuali nel corso di tre anni …qualcuna andrà pure a ”buon fine”, sperano, condannandolo, ma ancora non si piega”.
“Alla fine – concludeva – lo si elimina “socialmente” (gli si impedisce di esistere non dandogli i documenti di identità – carta di identità e passaporto – cosi non può richiedere la pensione, non può avere i servizi sanitari, non può fare niente laddove sia obbligatorio dimostrare la propria identità ) ma ancora non basta a piegarlo e allora, magari, insceneranno un suicidio”.