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Cronaca
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Morte Affatigato, l’investigatore Cannella conferma i dubbi: “Qualcuno potrebbe avergliela giurata”

13 aprile 2025 | 15:24
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Morte Affatigato, l’investigatore Cannella conferma i dubbi: “Qualcuno potrebbe avergliela giurata”

Il titolare della Falco Investigazioni ha saputo fra i primi del decesso: “Con lui svaniscono preziose informazioni sul periodo delle stragi”

Sulla morte di Marco Affatigato, avvenuta a Nizza, dove viveva ormai da diversi anni, l’ipotesi, al momento più accreditata, è quella del suicidio, come confermato dallo stesso consolato italiano della cittadina della Costa Azzurra, anche se la gendarmeria francese sta ancora indagando.

Trovato senza vita nella sua casa di Nizza Marco Affatigato: ipotesi suicidio, ma ci sono tanti dubbi

È stato Davide Cannella, noto investigatore di Lucca, il primo a darne notizia ieri (12 aprile), tramite sue fonti certe.

Lei lo conosceva bene, e da anni…
“Ho conosciuto Marco molti anni fa – dice – Ricordo di averlo incontrato per ragioni istituzionali quando prestavo servizio nei reparti speciali dell’Arma dei Carabinieri. In seguito, ci siamo rivisti in diverse occasioni. Non direi che tra noi sia nata un’amicizia vera e propria, ma c’era un rispetto reciproco. Ammiravo la sua lucidità intellettuale e la schiettezza nel raccontare i suoi trascorsi giudiziari’.

Solo poche ore prima della morte su Facebook aveva scritto un post sul terremoto dell’Aquila. Come di sovente faceva, argomentando, da uomo anche di cultura, fatti sia di cronaca che di politica. Cosa pensa sia successo?
“Se mi chiede cosa penso della sua morte avvenuta in Francia in circostanze misteriose, rispondo dicendo che nutro molti dubbi. Marco non era certamente il tipo da perdere la testa e suicidarsi. Nel corso degli anni, con i suoi trascorsi da estremista e i suoi rapporti con mondi dalle molte sfumature di grigio, penso si fosse fatto un discreto numero di nemici. Qualcuno potrebbe avergliela giurata. Comunque, è prematuro fare ipotesi. Occorre aspettare gli esiti delle indagini della gendarmeria francese”.

Ha un ricordo particolare, qualche aneddoto, sulla sua vita?
“Durante una lunga conversazione sugli attentati ai tralicci dell’alta tensione che avvenivano in Alta Versilia, ricordo che mi rispose così: “Accusano gli ecoterroristi di sabotare la rete elettrica, ma in realtà non c’entrano nulla. Il gioco è molto più grande di quello che sembra. Dietro questi attentati ci sono in ballo molti soldi, tanti soldi. Caro Davide, sai che acquistiamo energia alternativamente dalla Francia e dall’Austria. Ora fatti una domanda: i tralicci saltano durante la fornitura francese o quella austriaca?””.

Condannato con l’accusa di aver ricostituito il partito fascista per aver favorito la latitanza di Mario Tuti, oltre che per reati di truffa e bancarotta, collegato ai servizi segreti, sia francesi che della Cia, è stato un uomo dei misteri e dei depistaggi, come nei casi della strage di Ustica e quella di Bologna…
“La scomparsa di Marco rischia di far svanire preziose risposte sul torbido periodo delle stragi in Italia. La sua figura, a quanto pare, toccava nervi scoperti e serviva svariati interessi. Purtroppo, nel nostro paese non sono mai mancati i ‘costruttori di verità’ di comodo. Anche riguardo alla strage di Bologna e sull’abbattimento del DC9 Itavia, serpeggiano varie ipotesi. Sulla Strage di Ustica c’è più che il sospetto che quella tragica sera del 27 giugno 1980 non fu una bomba a bordo, ma il risultato di una vera e propria battaglia aerea nei cieli del Tirreno”.