Le muse orfane di Michel Marc Bouchard al teatro Nieri di Ponte a Moriano

Sabato (17 maggio) alle 21,15 al teatro Nieri di Ponte a Moriano, nell’ambito della rassegna teatrale Fita, Chi è di scena!, la Cattiva Compagnia presenta lo spettacolo Le muse orfane di Michel Marc Bouchard.
Pasqua 1967. A Saint-Ludger de Milot, piccolo villaggio del Québec, vivono Cathérine e Isabelle Tanguay, rispettivamente la prima e la quarta (e ultima) di 4 fratelli. Le due donne sono sole: ormai adulte, senza marito nè figli. I loro fratelli se ne sono andati da tempo: Luc, l’unico maschio, per scrivere un’opera letteraria di cui si dubita l’esistenza, e Martine, partita per arruolarsi nell’esercito canadese è di stanza in Europa.
Venti anni prima la madre, Jacqueline, se è andata. Ha abbandonato i figli per seguire un uomo, uno spagnolo, conosciuto per caso in Québec. Sono anni che questa famiglia priva di guida non si ritrova insieme nella stessa stanza. Ma i segreti del passato sono soliti tornare a bussare alla porta, e gli errori sembrano richiedere una riparazione.
Le Muse Orfane ricostruisce i conflitti di un passato che, pur essendo comune ai personaggi, si rifrange attraverso i loro diversi punti di vista, generando una molteplicità di menzogne, gelosie, ripicche, confessioni e colpi di scena. Mescolando tragico e grottesco, in un gioco teatrale divertente e crudele.
Nelle pieghe di questa storia terribile e arcana, perfetta e allucinata, la maestria di Bouchard arriva ad emozionare e appassionare lo spettatore in una storia che sa ribaltare le prospettive.
“Sono stato costretto molto presto a prendere posizione nei confronti della società in cui vivevo e della sua mentalità ristretta, dove regnavano l’oppressione e il giudizio contro chiunque osasse affermare la propria diversità e le proprie ambizioni a una vita diversa da quella del clan. Nelle Muse orfane, il personaggio della madre appartiene a questa tipologia di emarginati, al contrario di sua figlia Catherine, responsabile dei fratelli, che si aggrappa disperatamente ai valori del mondo antico per paura dell’ostracismo da parte della società in cui vive. In compenso, il risentimento e il senso di colpa che la animano, la rendono vittima del suo paese e tiranno della sua famiglia. Io porto nel sangue le tracce di questa violenza, così cerco di essere sincero, di parlare solo di quello che ho visto, ascoltato, vissuto. Mi rendo conto che la mia scrittura vive una tensione costante tra i valori del vecchio e del nuovo mondo”. Ingresso: 8 euro, ridotto per ragazzi fino a 12 anni: 6 euro.