“Ospiti della drammaturga Barbara Roganti” debutta al teatro di San Girolamo

16 maggio 2014 | 14:01
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“Ospiti della drammaturga Barbara Roganti” debutta al teatro di San Girolamo

La rassegna di teatro multidisciplinare Camera con vista giunge, per l’edizione 2014, al suo terzo ed ultimo appuntamento: dopo i due sold out di Winter diretto dal lituano Oskaras Koršunovas e de Il crollo di casa Usher del giovane compositore lucchese Federico Favali, è adesso la volta di Ospiti della drammaturga Barbara Roganti, che debutta come ‘primo studio’ domenica 18 maggio alle 18. Lo spettacolo è frutto del lavoro dalla compagnia Mds – macchine da scrivere, nata da Andrea de Luca – attore e cantante, che da tempo conduce una ricerca personale sull’uso della voce studiando con maestri di orientamento diverso, dal canto classico (Maria Minetto, Massimo Sardi) alla ricerca e sperimentazione (Roy Hart Théatre) fino al canto difonico (Tran Quang Hai) -, e Barbara Roganti, attrice e autrice teatrale, che si interessa in modo particolare di paradossi del linguaggio e del rapporto tra scrittura scenica e drammaturgia, lavorando tra gli altri con Marco Baliani, Maria Maglietta, Renata Palminiello e Mimmo Cuticchio.

“La macchina del quotidiano – scrivono Barbara Roganti e Andrea de Luca – ha bisogno di molte cose. Ci sono orari da rispettare, incontri, rapporti da mantenere, apparecchi a cui rispondere, distrazioni obbligatorie, c’è un corpo da nutrire, truccare, portare in giro, a volte semplicemente trascinare, e c’è un elenco ancora lungo di necessità e convenzioni che non è possibile fermarsi a considerare, perché la macchina del nostro quotidiano, di occidente in crisi e privilegiato, ha bisogno soprattutto di non lasciarsi coinvolgere. Attraverso il tessuto di questo cerimoniale, abbiamo iniziato a immaginare un lavoro fatto di frammenti, di figure che faticano a riconoscersi e toccarsi, intime eppure distanti, ospiti della propria vita o di quella degli altri. Due di queste figure però hanno preso il sopravvento, come spesso capita, proprio all’inizio del lavoro, sono diventate subito importanti e hanno costruito un mondo preciso attorno a sé, da cui osservare quello di oggi. Sulla soglia di un futuro non lontano dal nostro, un uomo e una donna si incontrano, creano una relazione fatta di domande, provano ad attraversare i confini personali, a costruire un tempo privato in cui sia ancora possibile ritrovarsi. In questo primo studio abbiamo misurato le parole di quell’incontro, ci siamo confrontati con il disegno di un domani non ipertecnologico, in cui il distacco dalle proprie emozioni e la distanza nei confronti degli altri hanno fatto da antidoto anche ai più grandi cambiamenti”.