“Otto paesaggi sonori invisibili a vedenti”, l’avanguardia del teatro in scena a Valdottavo

Domani (25 maggio) alle 21,30 al Teatro Colombo di Valdottavo Otto paesaggi sonori invisibili a vedenti chiude le performance legate al cartellone Diversamente Teatro, promosso dal Teatro Colombo con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca, che ha fortemente creduto e sostenuto questo progetto, con il patrocinio del Comune di Borgo a Mozzano e in partnership con Spazio Leopoldo. Viaggi, incontri, connessioni, contaminazioni tra differenze artistiche e diversità abili. Nel luogo dove tutto è possibile, il Teatro. Il Teatro stesso che diviene luogo di ascolti, di creazioni, di ricerca, di sperimentazione, sposando un progetto della musicista Lara Panicucci, in stretta collaborazione con il direttore artistico del Teatro Colombo Silvio Bernardi.
Protagonisti di questi paesaggi, liberi negli schemi e nelle interpretazioni, Claudio Riggio (chitarra e direzione), Piero Bronzi (flauto, sassofoni) Federica Ceccherini (clarinetto), Lara Panicucci (clarinetto), Silvio Bernardi (trombone), Celeste Canali (violino), Giuseppe D’Amato (percussioni e batteria), Michela Innocenti (voce, corpo), Mariano Giannini (corpo), Laura Pollastrini (corpo), Caterina Palmierini (corpo), Giada Matteoli (colori) e il danzatore non vedente Giuseppe Comuniello. Ideazione Claudio Riggio, direzione artistica Lara Panicucci, disegno luci Matteo Lunari.
La performance scaturisce da un percorso formativo condotto da Claudio Riggio, con Piero Bronzi e l’interazione dello stesso Giuseppe Comuniello; celebra l’arte, esplorandone ogni sua forma, rivelandone la bellezza, rinvenendo quelle sensibilità meravigliose, rarefatte, che annullano ogni diversità fisica.
Otto paesaggi sonori invisibili ai vedenti è il transitare della nostra “mente artistica” in un mondo parallelo a quello percepito, un mondo spesso scientificamente non dimostrabile, ma altrettanto reale e concreto, altro tempo, altro modo di respirare. Simultaneità di composizioni “negative”, dove l’insieme è dato dall’unisono plurale delle singolarità artistiche.
Una contaminazione di suoni, corpi, voci, luci, espressioni, colori, che animano paesaggi immaginati, sognati, rincorsi, vissuti, che non occorre guardare con gli occhi, ma con tutti gli altri sensi. Perché l’arte necessità e si nutre della diversità, in tutte le sue forme.