Hiroshima mon amour, il film di Resnais al cinema Astra

Una settimana ricca di grandi titoli del cinema quella proposta dal cineforum Ezechiele. Si comincia martedì (27 maggio) alle 21,30 al cinema con Hiroshima non amour, di Alain Resnais. In Giappone per un film sulla pace, un’attrice francese ha una relazione appassionata con un architetto giapponese. Quest’amore le ricorda quello che durante la guerra ebbe nella natia Nevers con un giovane soldato tedesco, ucciso sotto i suoi occhi. Su un testo di Marguerite Duras, Resnais, cineasta della memoria, ha fatto un film incantatorio e dialettico la cui importanza innovatrice e precorritrice nell’evoluzione del linguaggio filmico ha superato la prova del tempo. Ve lo presentiamo in lingua originale con sottotitoli nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna.
Mercoledì (28 maggio) alle 21,30 appuntamento all’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca per il ciclo Cento anni di Pietro Germi, si proietta Sedotta e abbandonata. Dopo la svolta in chiave divertente per un regista “serio” quale Germi, avvenuta tre anni prima con Divorzio all’italiana, ecco la conferma di una chiave decisamente a lui congeniale, quella della commedia grottesca di costume. A cinquant’anni dalla sua uscita, ripresentiamo uno dei suoi film più riusciti, esilaranti, ritratto implacabile di una Sicilia che – come diceva Sciascia – è una metafora del mondo intero o quanto meno del malcostume italico. La vicenda paradossale di Agnese Ascalone, rifiutata dal suo seduttore perché non più illibata, decisa a non farsi manipolare da un padre che raggiunge toni tragici nella sua ossessione per l’onore e nel suo tentativo di mettere in scena per la gente una rispettabilità di facciata destinata a infrangersi. Saro Urzì (attore feticcio per Germi, qui premiato a Cannes e col Nastro d’argento) è perfetto nel delineare un personaggio il cui codice di comportamento è fatto di vizi privati e pubbliche virtù, maschere da indossare ad uso altrui come ci insegna un altro illustre siciliano. E per Stefania Sandrelli è il definitivo trampolino di lancio.
Giovedì (29 maggio) gli appuntamenti proseguono alle 21,30 all’Auditorium Fondazione Banca del Monte di Lucca. Sempre per il ciclo Cento anni di Pietro Germi si proietta Pietro Germi: il bravo, il bello, il cattivo di Claudio Bondì. L’occasione del centenario della nascita di Pietro Germi dà lo spunto per presentare questo documentario dedicato al prolifico regista oggetto per anni di un certo ostracismo critico, poi addirittura dimenticato e infine riscoperto e “riabilitato”. Ma Germi è sempre stato un genio e lo testimoniano le interviste di tanti che hanno lavorato con lui, da Claudia Cardinale a Lando Buzzanca (mai così bravo quanto nei suoi film), da Virna Lisi a Gianni Morandi. Ma sono importanti anche i contributi critici e i ricordi dei familiari, soprattutto della figlia Marialinda, che ci restituiscono un ritratto affettuoso, intimo, meno scontato rispetto alle etichette che gli sono state affibbiate (e che lui stesso, per reazione, in parte alimentò). Billy Wilder, nella cui carriera si trova pure un primo periodo drammatico e un secondo divertente, considerava Germi il suo equivalente italiano: scusate se è poco.