Cartasia, al Real Collegio arriva lo show del gruppo Koski

Cresce l’attesa per l’evento speciale al Real Collegio, inserito nel programma della Biennale Cartasia. Il gruppo Koski, guidato da Henna Kaikula presenterà dal 24 al 28 luglio in esclusiva il proprio show, con due spettacoli giornalieri, alle 21 ed alle 22,30. Kaikula svela qualche dettaglio dello spettacolo.
Perchè il termine Koski? Che significato ha?
Lo spettacolo è stato inizialmente creato vicino ad un fiume, e dato che, come metodo di lavoro, tendiamo a lavorare creando ogni volta in base al luogo ed alla cultura dove ci troviamo, allora il fiume è diventato per noi una fonte di ispirazione. Quando abbiamo cercato un titolo per la performance e per il nostro collettivo, la parola Koski, che in finlandese vuol dire Fiume Veloce, ci è sembrata rappresentare meglio di tante altre il nostro metodo di lavoro.
Qual’è la vostra ispirazione?
Siamo un gruppo di artisti che provengono da esperienze molto diverse – danza, nuovo circo, acrobatica, arti marziali, musica, recitazione, teatro fisico – e da molte culture – australia, cina, finlandia – e quindi credo che questo non ponga limiti, cerchiamo di sviluppare la creatività attraverso l’intreccio di queste esperienze.
Come vi siete incontrati?
Guy Dowsett e Jacob Cartwright sono musicisti australiani e si conoscono e collaborano da molto tempo, e ci siamo incontrati in Repuublica Ceca, mentre con Julian Wong ci siamo conosciuti in un workshop a Melbourne.
Da quanto lavorate a questo progetto?
Abbiamo iniziato l’anno scorso a Bagni di Lucca ed abbiamo poi replicato il progetto in Tailandia. Questa è la terza occasione per noi di lavorare sullo spettacolo. Come collettivo lavoriamo insieme dal 2008.
Che tipo di spettacolo è Koski?
E’ un misto visuale, fisico, musicale. E’ uno spettacolo che provoca l’immaginazione, il pensiero. Gran parte del successo dello spettacolo dipende dal fatto che riusciamo ad entrare in interazione con il pubblico, a stimolarne i pensieri. Vedo spesso la gente all’uscita dello spettacolo, desiderosa di parlarne, discuterne. c’è un grande entusiasmo all’uscita degli show e questo per noi è un grande successo. Quello che succede durante Koski è spesso frutto del momento.
L’improvvisazione gioca un ruolo importante, quindi?
Pur all’interno di una griglia predefinita, certo. L’improvvisazione è parte dello show, è ciò che ci consente di entrare in empatia con il pubblico in maniera molto intuitiva.
Ci sono altre date dopo l’Italia?
Stiamo cercando di portare lo spettacolo in Finlandia o in Australia. In Finlandia c’è un festival immerso nella natura in cui sarebbe interessante portare lo spettacolo, in modo di adattarlo a quei posti e quella cultura.
Come definiresti questo spettacolo?
E’ difficile definirlo, proprio perchè attraversa numerosi generi. E’ teatro fisico, è un’installazione, è danza acrobatica, è musica dal vivo. E’ ogni singola di queste cose e al contempo è tutte queste cose insieme. Cerchiamo di evocare emozioni.