“Nella vita degli altri”, lo spettacolo di Elisa Guaraschio chiude la rassegna Fita in S. Micheletto

6 settembre 2014 | 14:11
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“Nella vita degli altri”, lo spettacolo di Elisa Guaraschio chiude la rassegna Fita in S. Micheletto

La stagione teatrale estiva nel Chiostro di San Micheletto, a Lucca, si conclude domani (7 settembre), alle 21,30, con l’ultimo appuntamento della rassegna Chi è di scena! San Micheletto Estate 2014 organizzata dalla Fita provinciale in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e la Provincia di Lucca. La  Compagnia Orario Provvisorio mette in scena Nella vita degli altri di Elisa Guarascio, ispirato dal romanzo Le luci nelle case degli altri di Chiara Gamberale.

Lo spettacolo. Quante volte i sentimenti che proviamo sono assolutamente sinceri? Quante invece servono a far sì che non si sgretoli la facciata dell’esistenza che abbiamo faticosamente costruito? In uno spaccato di vita quotidiana quattro famiglie si troveranno a dover affrontare una situazione imprevista. Un turbine di sentimenti, buone maniere, pettegolezzi ed ipocrisie coinvolgerà e sconvolgerà le loro esistenze lasciando dietro di sé solo la devastazione dell’apparenza: solo chi saprà rischiare di provare sentimenti autentici potrà riscattarsi. E voi, siete sicuri che state dando un’occhiata nella vita degli altri? Non state forse osservando la vostra in uno specchio?
La vita di un normale condominio come ce ne sono a migliaia in Italia. Potrebbe essere il condominio dove vive ognuno di noi: la rappresentazione di una qualsiasi comunità.
I personaggi sono stati costruiti ad arte per essere un campione di umanità: uomini e donne che si affannano a costruirsi una vita fatta di inganni e di vuote apparenze dietro i quali celare le insicurezze, la grettezza dell’animo umano ed il miope egoismo che guida ogni nostra azione.
Ognuno di noi si può ritrovare in tutto o in parte in una delle famiglie descritte. I personaggi non sono altro che i nostri alter ego che quando intravedono la possibile frantumazione del loro mondo perfetto preferiscono trattenere la loro misera esistenza e spazzare via sentimenti profondi e disinteressati che rischiano di scoprire le loro carte.
E così è anche nel nostro mondo “reale”, quotidiano: una delle nostre massime aspirazioni è la sicurezza, essere al riparo dalle sorprese che così spesso assumono i caratteri della catastrofe.
Siamo davvero sicuri che questo dramma umano sia solo una messinscena teatrale o siamo davvero noi a poter vivere “nella vita degli altri”?