Mani di Luce, Robert Hromec espone al LuCCA

L’alluminio come palinsesto ideale per sperimentazioni su luce e colore, ma soprattutto come mezzo di riflessione sulla figura umana e sul rapporto tra mondo terreno e ultraterreno. L’artista slovacco Robert Hromec espone per la prima volta a Lucca con la mostra personale dal titolo Mani di luce, allestita nel LuCCA Lounge dal 7 ottobre al 2 novembre (ingresso libero), e che sarà inaugurata alla sua presenza venerdì 10 ottobre alle 18. Nelle sue opere, che giocano con l’illusione ottica, ricorre frequentemente il simbolo della mano. Espressione dell’idea di attività, di emblema regale, di strumento di autorità, di potenza e di dominio, la mano si associa anche, nella cultura dell’Estremo Oriente, ad azioni legate all’accoglienza spirituale e all’esperienza interiore. “Robert Hromec – sottolinea Maurizio Vanni, direttore del Lu.C.C.A. –, prima ancora di manifestare segni e simboli, macchie di colore in una superficie considerata parte attiva, si appropria di uno spazio, più mentale che fisico, trasformandolo nella dimensione del qui e ora dove la composizione si apre ai nostri occhi quasi come un enigma da decifrare”.
Nelle opere dell’artista di Bratislava è come se si componesse una sorta di danza delle mani legata sia ai movimenti e alle forme che esse assumono sulla superficie dei suoi lavori, sia per la loro posizione rispetto al resto del corpo. “Hromec – continua Vanni – utilizza spesso la simbologia delle mani, la loro differente postura, il diverso posizionamento delle dita, e la loro relazione con lo spazio e tra loro stesse. In modo quasi ossessivo, le mani si trasformano in tracce esistenziali, in orme cerebrali che sembrano volerci suggerire qualcosa di primordiale e magico”. Mani che accolgono, che prendono, che indicano, che distinguono, che chiudono, che rassicurano, che insegnano, che raccontano all’interno di un’esplosione di luce, di gestualità colorate e di elementi rifrangenti. Quelle di Hromec sono mani che risplendono, che portano luce e conoscenza, ma solo per coloro che sanno concedersi anche a qualcosa che non ha un significato diretto e razionale.