Allo Scompiglo la mostra di Moira Ricci “Dove il cielo è più vicino”

14 novembre 2014 | 12:31
Share0
Allo Scompiglo la mostra di Moira Ricci “Dove il cielo è più vicino”

Inaugurazione domani (15 novembre) alle 16 alla Tenuta dello Scompiglio della mostra mostra Dove il cielo è più vicino, progetto site-specific dell’artista toscana Moira Ricci, a cura di Emanuela De Cecco.
Dove il cielo è più vicino – dice la presentazione – è una traiettoria dello sguardo, una tensione, un desiderio. Come tutti i movimenti rivolti in questa direzione, può riuscire solo portando il peso verso terra. Per salire è necessario assicurarsi una base solida. Lo sanno bene gli alberi che per crescere hanno bisogno di radici salde, lo sanno gli alpinisti che hanno bisogno di punti fermi per procedere nella loro ascesa, lo sanno tutti quelli che saltano, che danzano, quelli che provano a guarire, quelli che provano a volare, quelli che pregano, sognano, quelli che vogliono cambiare, quelli che vogliono scappare, per tutti è un passaggio necessario.  Chi vuole andare verso il suo cielo deve nutrire la sua terra, curarla renderla feconda, come potrebbe essere altrimenti? Ma cosa succede quando questo non è più possibile?  L’artista come sempre parte dalla sua esperienza personale e conosce bene gli esiti di questa domanda. Al centro di questo lavoro la terra, la terra in crisi, sempre meno coltivata, sempre più abbandonata dai contadini che non riescono a sostenersi con il loro lavoro. Il padre, lo zio e un cugino sono rimasti gli unici della sua famiglia, vivono questa condizione e non intendono lasciare il podere per non mancare di rispetto alle fatiche delle generazioni precedenti. Che fare?  Dove il cielo è più vicino, dice l’artista “è una preghiera al cielo, ma anche una minaccia a chi ci controlla dall’alto, è un ritratto di poderi che hanno perso la loro identità e il loro significato, è un tentativo di fuga e allo stesso tempo l’incapacità di metterla in atto”.
In mostra ci saranno tre lavori che interagiscono poeticamente con questa condizione.  Una serie fotografica di case dislocate in poderi assegnati dall’Ente Maremma durante la bonifica, case che l’artista, cancellando le porte e le finestre, ha trasformato in testimoni inerti di questa condizione. Poi due video, la situazione si anima, grandi lavori in corso, desideri. Il primo è una visione dall’alto di due grandi cerchi infuocati che si rifanno alla leggenda inglese del diavolo mietitore, realizzati con lo stesso aratro che si usa per rigenerare la terra. Il secondo documenta le fasi di lavorazione per costruire con il padre, amici e familiari, una sorta di trebbia-astronave per andare via, un tentativo destinato a non riuscire ma che nel fallimento di questo obbiettivo apre uno spazio per darsi da fare qui, con quello che c’è, adesso, insieme…
Moira Ricci è nata a Orbetello nel 1977, vive e lavora in Italia. Il suo lavoro (fotografia, video, installazione) spesso d’impronta autobiografica, indaga i temi dell’identità individuale e sociale, della storia familiare, della casa e del legame originario con il territorio, intrecciando invenzione tecnologica a riscoperta dell’immagine di appartenenza popolare.