Letture dell’Orlando Furioso, la recensione del quarto incontro di Giulio Orsucci

Al quarto incontro di letture dell‘Orlando Furioso, che si è svolto lunedì (17 novembre) nei saloni monumentali della biblioteca statale di Lucca, si è riscontrato nuovamente un maggior afflusso di giovani. La lettura e l’introduzione riguardavano l’episodio del castello d’Atlante, nel canto XII, simbolo di un tema fondamentale nel Furioso: l’inchiesta, ovvero la ricerca di qualcosa che si desidera. Di questo ha parlato Marina Giannarini.
Orlando, che vaga per la Francia in cerca di Angelica, la vede mentre sta per essere rapita da un gigante e per inseguirli entra in un palazzo. Qui non li vede più, ma, esplorando il castello, ritrova molti cavalieri, che sono intenti a cercare qualcosa che gli è stato rubato. La narrazione poi si sposta su Ruggiero, e l’episodio si ripete, con l’unica differenza che a chiamar Ruggiero non è Angelica ma è Bradamante, la sua amata. L’autore ci svela che il castello è stato creato ,con la magia, per imprigionare Ruggiero e tutti gli altri paladini che potrebbero ucciderlo. Al castello arriva anche la vera Angelica, che, resa invisibile dal suo anello magico, guarda cosa accade in quelle sale. Dopo di che la nostra lettura si sposta, nel canto XXII, alla fine della vicenda. Astolfo, un altro paladino, sa come spezzare l’incantesimo che grava sui paladini: suona il suo corno magico e mette tutti in fuga, Atlante compreso, sciogliendo l’incantesimo.
Al centro di questo canto ci sono due figure predominanti: Angelica, fredda e calcolatrice, che si serve delle persone per propri fini personali; ed Atlante, che è invece quasi un padre per Ruggiero e dopo la distruzione del suo palazzo si lascia morire.
La lettura, a cura di Massimo Del Poggetto, è stata immedesimante visto l’uso di cambi di tono al momento opportuno.
Il prossimo incontro si terrà lunedì 24 novembre, alle 17, nei saloni monumentali della biblioteca statale di Lucca.
Giulio Orsucci