L’Orlando Furioso e la guerra, tra realtà e fantasia

Il 1 dicembre scorso abbiamo assistito al sesto incontro dedicato alla lettura del XIV e del XV canto dell’Orlando Furioso. La lettura scorrevole e interpretativa di Sara Bertolucci, come del resto le accurate riflessioni di Anna Briga, ci hanno intrattenuto piacevolmente per tutta la durata della conferenza. Il tema dell’incontro è stato l’episodio della battaglia di Parigi, dove la guerra è il fulcro della narrazione, che si presenta come una fusione tra poema epico-storico e romanzo. Di notevole importanza è il paragone tra la battaglia di Parigi e la battaglia di Ravenna del 1512: entrambe, infatti, sono caratterizzate dalla carneficina dei cittadini, fatti a pezzi dai soldati. Vengono usati molti strumenti bellici nella battaglia, come bertesche e fuoco, i quali aumentano il livello di crudeltà ed orrore dei vari episodi; tuttavia le sorti della battaglia sono decise in gran parte dall’introduzione di più di 80 potenti cannoni, e su questo aspetto Ariosto si sofferma particolarmente, anche se solo nell’ultima edizione, quando ormai è famoso, esprime la propria opinione sulle armi da fuoco senza timore alcuno.
Oltre alla battaglia in sé, viene curato particolarmente il personaggio di Rodomonte, capo valoroso dei cavalieri saraceni, del quale si mettono in evidenza la brutalità e la ferocia. Nonostante Rodomonte sia un personaggio che ha in sé le caratteristiche di molti modelli antichi, come Turno, il personaggio virgiliano, dall’insieme di questi modelli risulta un personaggio originale, che in seguito verrà imitato.
Infine Anna Briga introduce una riflessione sull’importanza dell’argomento trattato da Ariosto; quest’ultimo infatti vuole sottolineare con chiarezza i rapporti che intercorrono tra realtà e fantasia. Dietro quest’armonia vi è un’inquietudine caratterizzata da tre elementi: la composizione nel tempo, la presenza di temi contraddittori e ambigui, l’autocoscienza del lettore. Questi elementi portano ad una sensibilità che possiamo definire postmoderna.
Irene Corsi
Chiara Fambrini