La sfida di Emma Morton: “Guardo al futuro e cambio musica”

30 dicembre 2014 | 12:25
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La sfida di Emma Morton: “Guardo al futuro e cambio musica”

L’evoluzione continua, le sfide, l’amore viscerale per la musica e per la famiglia, l’esperienza ad X-Factor ed un contratto con la Sony: Emma Morton, luminosa stella dell’ultima edizione del talent in onda su Sky, racconta di sé senza risparmiarsi.

Emma, entri per il primo provino e Morgan dice “Ecco Cindy Lauper”. Poi attacchi con Counting Stars e la tensione se ne va. Ripercorri per noi quegli istanti.
“Al primo provino non sapevo davvero cosa aspettarmi: ero emozionata e c’era moltissimo pubblico davanti a me. Non sapevo proprio come sarebbe andata. Poi ho chiuso gli occhi ed ho iniziato a cantare e, quando ho finito, non avevo la percezione di quello che era successo. Era come se non ricordassi quello che avevo appena fatto: è stato l’applauso del pubblico e dei miei sostenitori a farmi risvegliare in un sogno”.
Il tuo tutor, Mika, dice che quando canti si sente trasportato in un’altra dimensione. Raccontaci questo rapporto.
“Si è creato un legame artisticamente molto interessante con lui. Mika mi ha sempre messo di fronte a delle sfide vocali, regalandomi stima, forza ed un sostegno costante. Mi ripeteva sempre che avevo questo talento dentro di me, di cui era anche invidioso, ma che per farlo uscire fuori dovevo essere disciplinata. Con lui sono cresciuta molto anche sotto il profilo della tecnica vocale. Non mi consideravo un gran che, ma lui è un grande, mi ha fatto credere di più nelle mie qualità”.
Come è nato l’inedito Daddy Blues?
“E’ nato già questa estate: ho elaborato il pezzo insieme al mio compagno, Luca Giovacchini, poi ci ho lavorato sopra ancora. La canzone parla di scelte da compiere per non arrendersi ad una vita che segue un certo copione. Parla della necessità di prendersi la responsabilità di cambiare le cose, di trovare la forza per essere migliori. Questa è una tematica fissa, nella mia mente, perché voglio avere fiducia in me e nel mio futuro, per poter condividere qualcosa di bello con le persone”.
Intanto sei sotto contratto con la Sony: quali sono i tuoi progetti?
“Per ora è uscito il mio EP: contiene sei pezzi, ovvero quattro canzoni di X-Factor, l’inedito ed una cover di una canzone di Michael Jackson che ho fatto insieme a Luca. Il disco si trova fisicamente nei negozi e negli store online. Poi sto scrivendo nuovi brani, partendo però da uno stile più elettronico e minimale, diverso da quello che ho fatto fino ad oggi. Mi piace esplorare. E poi faccio concerti”.
Come domani sera, al Teatro del Giglio di Lucca.
“Per me sarà un’altra bella emozione. Canterò alcuni pezzi popolari scozzesi, come la meravigliosa AE Fond Kiss, l’inno nazionale Flower of Scotland e Amazing Grace. Per questo un grazie va ad Andrea Colombini, che mi e ci regala una splendida opportunità. Indosserò un abito fatto dallo stylist milanese Sergei Grinko, che ha vestito tante celebrità: sono molto felice. Poi mi piacerebbe poter fare qualcosa anche in Scozia: sarebbe molto bello”.
Da Summer’s Goodbye ad oggi: cosa è cambiato?
“Sento di evolvere costantemente: sono passata per lo swing, il jazz ed il blues, fino alle sonorità anni ’60. Summer’s Goodbye nasce da una registrazione fatta dal mio compagno, che aveva composto una serie di pezzi in stile scozzese. Ci ho cantato sopra ed è venuta fuori. E’ legata ad un particolare momento interiore, come praticamente tutte le mie canzoni”.
Quanto contano Luca Giovacchini e tua figlia, Billie Bamboo, per la tua crescita artistica e personale?
“Luca è un bravissimo chitarrista ed io lo stimo molto. E’ lui il mio più grande fan: mi ha sempre fatto complimenti non scontati, mi ha sempre incoraggiata. Grazie ai suoi consigli sono cresciuta tantissimo in pochissimo tempo. Siamo molto legati: sappiamo chi siamo e cosa vogliamo dalla vita. La nascita di Billie è stato un bel calcio nel sedere: ci ha costretto a cercare di vivere all’insegna dell’amore e della positività. Lei è stata bravissima durante X-Factor: ci ho sempre dormito insieme, ma la mamma era molto impegnata in quel periodo”.
Una cosa che adori ed una che cambieresti di Barga e di Edimburgo.
“Ad Edimburgo toglierei la pioggia, anche se pure qua non si scherza (ride) e ci porterei l’ottimo cibo di Barga. Sto qui da cinque anni e mi piace moltissimo questo posto: mi regala quel senso di protezione e di comunità che prima ho cercato a lungo, senza trovarlo. Inoltre è una comunità molto dinamica e stimolante dal punto di vista artistico ed il paesaggio è splendido. Porterei a Barga i molti negozi della Caritas che si trovano in Scozia, per aiutare chi ha più bisogno”.
Dicono che sei pure un’ottima cuoca: cosa ti riesce meglio? E poi: ci spieghi questa storia dell’aglio?
“Cucino di tutto, dal cinese al messicano, dall’indiano allo scozzese. Poi, ovviamente, il cibo italiano: forse il piatto che so fare meglio sono le lasagne. L’aglio? Me lo consigliò Nicola Arigliano: all’inizio non avevo tecnica ed ero agitata. Lui mi disse che c’erano dei cibi che potevano aiutare, come le cipolle e l’aglio. Da allora ne mangio uno spicchio ogni giorno: tra l’altro fa benissimo al sistema immunitario e ad un mucchio di altre cose”.

Paolo Lazzari