Pride di Matthew Warchus con il cineforum Ezechiele

23 gennaio 2015 | 10:59
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Pride di Matthew Warchus con il cineforum Ezechiele

Continuano gli appuntamenti con il cineforum Ezechiele. Martedì (27 gennaio) alle 21,30 al Cinema Astra Lucca per il ciclo Prime visioni è in programma Pride, di Matthew Warchus con Bill Nighy e Imelda Staunton. Ispirato a un fatto reale, Pride è ambientato in piena era Thatcher, durante lo storico sciopero dei minatori inglesi del 1984. Il movimento gay decide di aderire alla protesta e di raccogliere fondi per gli scioperanti di un villaggio del Galles. I minatori, però, accolgono con diffidenza l’iniziativa, considerando il sostegno di lesbiche e gay inopportuno e imbarazzante.

Ma l’incontro fra i due mondi, difficile per non dire esplosivo, si trasformerà in solidarietà e in un’amicizia esilarante e commovente. Decisamente piacevole nel suo formidabile amalgama fra humor e pathos è una commedia sopraffina e ben orchestrata, che trae forza dalla verve della sceneggiatura e dal cast corale.
Mercoledì (28 gennaio) alle 21,30 all’auditorium della Fondazione Banca del Monte in programma Fino all’ultimo respiro, di Jean-Luc Godard con Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg. Inizia con un film imprescendibile della storia del cinema la nostra retrospettiva dedicata a Jean Luc Godard che culminerà con la prima visione assoluta del suo ultimo, Adieu au langage il 10 febbraio al Cinema Astra. Michel è un giovane spostato: moderno erede dei romantici maledetti è incapace di vivere secondo le regole della società borghese. Ruba un’auto, fugge verso l’Italia, ma la polizia lo insegue. Due agenti lo intercettano e Michel ne uccide uno. Torna a Parigi dove trova rifugio da Patricia, una giovane americana con la quale ha una complicata storia d’amore. La conclusione del loro rapporto coincide con una nuova denuncia alla polizia. Per Michel la resa dei conti è sempre più vicina.Da un soggetto di François Truffaut, il primo lungometraggio di Jean-Luc Godard, uno dei titoli mitici della Nouvelle Vague: rivoluzionò il linguaggio cinematografico con la sua strafottenza delle regole canoniche, propose un nuovo, aggressivo e frenetico approccio al “fare cinema”, lanciò Belmondo come star.