Gli studi dei pittori lucchesi spalancano le porte al Fai

21 febbraio 2015 | 18:03
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Gli studi dei pittori lucchesi spalancano le porte al Fai
Gli studi dei pittori lucchesi spalancano le porte al Fai
Gli studi dei pittori lucchesi spalancano le porte al Fai
Gli studi dei pittori lucchesi spalancano le porte al Fai

Come a suo tempo preannunciato, il Fai di Lucca-Massa Carrara ha organizzato, di concerto con i pittori lucchesi Riccardo Benvenuti, Roberto Fontirossi, Antonio Possenti e Maria Stuarda Varetti una serie di incontri dedicati alle arti figurative. Un’idea, un desiderio da tempo maturato e coltivato dalla capo delegata Faidi Lucca-Massa Carrara, Maria Talarico che è riuscita a convincere gli artisti lucchesi ad aprire i loro studi per consentire agli iscritti dell’associazione di soddisfare ed animare la loro curiosità di come, dove e quando nasce un ‘opera d’arte figurativa. E così, oggi (21 febbraio) si è tenuto il primo degli incontri allo studio del pittore Roberto Fontirossi in piazza S. Quirico a Lucca.

All’evento hanno partecipato, oltre a Maria Talarico, una delegazione di iscritti che hanno avuto modo e possibilità di conoscere il mondo variegato della pittura di Fontirossi ma, soprattutto, visitando lo studio di “respirare” un po’ dell’intimo creativo musa ispiratrice delle sue opere.
“Roberto Fontirossi – come ha rilevato il professor Paolo Levi -, in cinquanta anni di serio lavoro figurativo, si è trovato spiazzato, lui come altri, di fronte a un susseguirsi di avanguardie che sono state determinanti sullo scenario italiano ed estero. Pittore di tradizione, è quindi artista fuori dell’ufficialità, il che non è poi così grave, anzi, va tutto a suo merito. La sua cultura ha lontane radici nella pittura fiamminga, quella a cui lo stesso George Grosz si è indirettamente agganciato nei primi decenni del Novecento. Roberto Fontirossi è quindi figlio di un passato, dove la condizione umana era narrata visivamente come società attiva, curiosa, variegata, ludica, ma anche sofferente e insofferente; è pittore che approfondisce le situazioni immaginifiche in cui si muovono i suoi protagonisti, della cui natura genuinamente popolaresca è sicuramente innamorato; essendo tuttavia consapevole della sostanziale solitudine dell’uomo moderno, preferisce raccontarne le vicende in chiave grottesca piuttosto che drammatica, anche se dietro queste sue composizioni si avverte, a ben vedere, il sapore amarognolo di un sottile sarcasmo; soprattutto, da queste sue visioni, si sprigiona l’intelligenza poetica di un autore tragicomico, capace di percepire, malgrado tutto, l’essenza segreta del gusto di vivere”.