Ariosto e la Garfagnana, un legame tormentato

9 marzo 2015 | 09:24
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Ariosto e la Garfagnana, un legame tormentato

Si è tenuta venerdì scorso (6 marzo) alla biblioteca Statale di Lucca l’ultima conferenza a chiusura del ciclo Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, iniziato a ottobre 2014 e dedicato all’Orlando furioso di Ariosto: Pietro Paolo Angelini ha parlato infatti di Ludovico Ariosto governatore in Garfagnana: un poeta in terra straniera. La Garfagnana ha lasciato una traccia profonda nelle opere di Ariosto. Egli arrivò in Garfagnana, con nove soldati soltanto, nel 1522, quando Lucca stava vivendo la paura per l’espansionismo di Firenze, il problema del papato e della donazione della Garfagnana agli Estensi. Non era un governatore esperto, bensì un commissario e un poeta (“Mi fecero da poeta a uomo di governo”).

I sentimenti prevalenti in lui erano solitudine, paura, angoscia: si sentiva sempre più solo e abbandonato, prendeva piena coscienza di ciò che aveva lasciato a Ferrara, sentiva la mancanza di Alessandra – gentildonna da lui amata in gran segreto -, si interrogava sulle sue reali capacità di governare una terra sconosciuta, abitata da una popolazione litigiosa e da banditi. La sua situazione gli faceva identificare la realtà locale con una situazione avversa, e il suo stato emotivo potrebbe in parte spiegare la negatività del giudizio da lui espresso sulla nostra terra.
Ad Ariosto sono dedicate la Rocca Ariostesca, dove visse e lavorò, un liceo classico a Barga, un piccolo hotel e una piazzetta a Castelnuovo. Nella satira settima Ariosto afferma che la Garfagnana era popolata da gente incolta. Ma forse non conobbe l’arte diffusasi nel 1400 in tante chiese, non visitò i quattro conventi dei frati francescani a Barga, né il duomo in stile neoclassico di Castelnuovo, non incontrò la compagnia di Santa Croce che aveva sede a dieci metri dalla sua fortezza e che gestiva un ospedale e una scuola. Forse Ariosto, in difficoltà, preferiva vivere nel mondo della poesia, chiuso nella sua rocca, in attesa di tornare a Ferrara per vivere con l’amata Alessandra.

Michela Martinelli