Ex Manifattura, successo per lo spettacolo al Giglio

31 marzo 2015 | 11:35
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Ex Manifattura, successo per lo spettacolo al Giglio

Oltre 300 persone si sono date appuntamento ieri sera al teatro del Giglio per assistere alla narrazione della “città nella città” rappresentata dalla ex Manifattura tabacchi, ora al centro di un intervento di riqualificazione del valore complessivo di circa 17milioni di euro, che riconsegnerà “questi spazi chiusi – come ha detto il sindaco Alessandro Tambellini che per l’occasione vestiva ieri gli insoliti panni di attore – all’apertura della città”. Le storie delle sigaraie e degli uomini che hanno prestato la loro opera nella fabbrica del tabacco sono state legate insieme e proposte al pubblico presente in sala in maniera semplice, grazie anche alla mediazione realizzata dalla narrazione di Debora Pioli. Liliana Bucci, Annamaria Fanucchi, Simonetta Simonetti, Luciano Bracciali, Pieraldo dalle Piagge, Sirio Dianda, Domenico Bertuccelli, Paolo Folcarelli, tutti lavoratori o figli di lavoratori della manifattura lucchese del tabacco, hanno ricordato suoni come la sirena su cui potevi rimettere l’orologio, ma anche odori: quello del tabacco dolce o greve a seconda del tempo che faceva fuori, o quello pesante dell’ammoniaca che ti faceva venire “il fermento” (il mal di stomaco e la nausea), e allora per resistere dovevi mangiare molto, motivo per cui alle donne che entravano in manifattura graciline si diceva: “vedrai che ti farai”.

E ancora la manifattura è stata ricordata ieri sera dagli attori/ex lavoratori come luogo dove si combatterono le prime lotte sindacali e a questo proposito è stato ricordato come fosse la mensa il luogo in cui si prendevano le decisioni più importanti. All’uscita tanti uomini fuori dalla fabbrica ad aspettare le sigaraie, viste come un “buon partito”, perché erano donne emancipate (anche se non lo sapevano), che portavano a casa uno stipendio sicuro. E ancora capireparto che a volte importunavano le giovani spose operaie e non si poteva rispondere niente perché vigeva la regola del silenzio e si poteva essere multate, ma, come è stato raccontato, una volta un’operaia decise non di rispondere a chi la importunava, ma di cantargli uno stornello per prenderlo in giro. Lei fu sospesa dal lavoro per alcuni giorni, ma il collega non la importunò più.
Al termine dei racconti sul palco, la seconda parte dello spettacolo è stata dedicata alla proiezione del video Una città nella città realizzato da Antonella Giusti e Roberto Giomi della Congrega dei Fumatori Indipendenti. Attraverso immagini girate nel mese di dicembre scorso negli immensi spazi chiusi e in abbandono della ex manifattura, con le parole a corredo delle immagini recitate da Simona Generali, le tante ex sigaraie e operai presenti in sala hanno potuto rientrare, idealmente, in quella che fu non solo la loro fabbrica, ma anche la loro “città nella città”. Durante i circa 20 minuti di proiezione il teatro ha iniziato a mormorare: erano le voci di chi, lavoratrice o lavoratore, riconosceva il suo reparto, il cancello, la scala, i luoghi di una vita.
Al termine dell’evento Debora Pioli, citando le Città invisibili di Italo Calvino, ha sottolineato come le città siano fatte di materia e cultura.
“Quello di ieri in un certo senso è stato un primo esperimento – dichiara l’assessore all’urbanistica Serena Mammini –, un tentativo di accostarsi alla città, conoscerla e amarla, attraverso l’emozione. Qualsiasi recupero urbano deve partire dall’identità del luogo e la nostra manifattura ne è molto ricca. L’idea, quella di “Lucca si racconta” è quella di sviluppare un progetto, insieme a tutti quelli che vorranno collaborare con noi, sui luoghi identitari e intrisi di storie che la nostra città conserva, per inaugurare un nuovo modo di fare urbanistica, che sia prima di tutto cultura”.