Un concerto benefico per ricordare la Grande guerra

20 maggio 2015 | 15:09
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Un concerto benefico per ricordare la Grande guerra

Addio mia bella, addio. E’ il titolo del concerto che si terrà alle 17,30 di domeni (24 maggio) nella sala dell’Affresco nel Chiostro di San Micheletto. Un evento con molteplici scopi, primo tra tutti ricordare l’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, proprio nel giorno in cui il nostro esercito attraversava il Piave (24 maggio 1915). Il concerto si concentra su un viaggio storico musicale, la cui narrazione ripercorre la cultura italiana dell’epoca, partendo dai canti popolari dei primi moti rivoluzionari ottocenteschi, soffermandosi sulle canzoni di trincea; parallelamente si ascolteranno arie di opere liriche composte durante il periodo bellico.

Saranno inoltre lette dall’attrice Papartyte Ruta alcune testimonianze di soldati al fronte: struggenti lettere inviate dai giovani militari alle loro famiglie. Per ricostruire maggiormente l’atmosfera musicale, i sostegni strumentali sono affidati a fisarmonica e pianoforte, le voci a tenore e soprano. Sono previsti anche due brevi interventi coreografici a cura di Rosella Musetti, costruiti su musiche di quel periodo. In programma musiche di Bosi, Gastaldon, Mascagni, Puccini, Cannio, Leip, Menchi, Rodriguez, Tosti, Libero, Bovio, Lama, Lombardo, Montesinos, Padilla.
Gli interpreti saranno Sara Cappellini Maggiore, soprano; Matteo Desole, tenore; Laura Pasqualetti, pianoforte e Giorgio Dari, fisarmonicista, che sono affermati professionisti. Ad illustrare il percorso storico e musicale, la voce di Daniele Rubboli. L’ingresso sarà di 10 euro e il ricavato è interamente devoluto allAssociazione Italiana Parkinson, sezione di Lucca (Info e prenotazioni al 347 9951581).
Il programma musicale, ancorché in sintesi, intende rimarcare come la Grande Guerra, essendo un conflitto cosiddetto di trincea, non investì il resto dell’Italia, fin quando non ritornarono dal fronte i corpi dei militari uccisi o mutilati e finché lo Stato militare di allora decise di inviare sul fronte i “ragazzi del ’99”: la loro età era di 16 – 17 anni.
Fin verso la fine del conflitto, pertanto, la vita nel resto del Paese scorreva piuttosto tranquilla, suffragata anche dalle attività musicali.
Una nota a parte merita, in questo contesto, Giacomo Puccini. Non a caso nel programma vi è inserito un brano de La Rondine, la cui composizione, seppure iniziata nel 1913, gli era stata commissionata dal Carltheater di Vienna ed i librettisti, Heinz Reichert ed Alfred Willner, erano anche loro austriaci. Questo connubio tra Puccini e la nemica Austria, proprio in un momento così tragico per l’Italia, fece reagire la maggior parte degli intellettuali italiani, che si scagliarono contro Puccini accusandolo addirittura di traditore della patria per interessi personali. Questi motivi e l’entrata in guerra dell’Italia, contribuirono a sciogliere il contratto tra Puccini e il Carltheater; tuttavia il lucchese fece rappresentare La rondine a Montecarlo nel pieno del tragico conflitto bellico. Inoltre, l’argomento frivolo trattato ne La rondine, acuì maggiormente l’astio degli intellettuali verso Puccini, nonostante anche questi avesse il figlio Antonio chiamato alle armi. Quegli attriti tra Puccini e l’Italia, contribuirono a far sì che anche Il trittico si rappresentasse a New York nel dicembre del 1918, un mese dopo la cessazione delle ostilità (novembre 1918). Dalle stesse critiche, seppure non amplificate da contratti con l’Austria, non fu immune neppure Mascagni per aver portato in scena la frivolezza favolistica di Lodoletta (Roma, 1917).