Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano

12 giugno 2015 | 12:47
Share0
Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano
Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano
Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano
Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano
Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano
Mostra sul desing industriale per riscoprire il ‘900 toscano

Creativa produzione. La Toscana e il design italiano dal 1950 al 1990: questo il titolo della mostra che da domani (13 giugno), al 1 novembre animerà le stanze della Fondazione Ragghianti, nel complesso di San Micheletto. L’esposizione, dedicata alle attività di lavorazione industriale e semi-industriale che a partire dal secondo dopoguerra hanno contraddistinto l’architettura e la produzione toscana, è stata presentata in anteprima questa mattina (12 giugno) dal presidente della Fondazione Centro Studi Ragghianti, Giorgio Tori, dai curatori Gianni Pettena, Davide Turrini e Mauro Lovi, dalla coordinatrice Maria Teresa Filieri, dal Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che sostiene finanziariamente il progetto, Arturo Lattanzi e dal rappresentante dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Carlo Sisi.

“Si tratta di una mostra particolarmente attuale – ha commentato il presidente Lattanzi -: il design è concretezza e quindi è significativo che l’esposizione abbia luogo proprio in questo particolare momento di difficoltà del settore produttivo a livello nazionale”.
Oltre 150 le opere di artisti italiani e stranieri esposte in S. Micheletto e classificate in base a criteri materici e tipologici che ne consentano una fruizione più immediata. Gli oggetti, provenienti da archivi storici e collezioni delle imprese, comprendono infatti l’arredo, il design del marmo, la grafica, l’oggetto d’uso in porcellana, il vetro, la ceramica, l’argento e il cristallo.
“Il progetto era in cantiere da anni – ha spiegato Tori – ed è nato dalla volontà di riflettere su come il buon gusto di pochi italiani sia a poco a poco diventato il buon gusto di tutti attraverso la lavorazione e la distribuzione industriale. Questa sarà una delle mostre tipiche della Fondazione Ragghianti, che mira a promuovere un percorso scientifico e di approfondimento di grande rilievo”.
Il percorso espositivo è stato concepito nell’ambito del più ampio progetto Piccoli Grandi Musei, nato dalla volontà di Regione Toscana e Cassa di Risparmio di Firenze, cui si è aggiunta da quest’anno anche la Consulta delle Fondazioni di origine bancaria della Toscana, di valorizzare il patrimonio artistico del territorio. Tema centrale di questa edizione è, appunto, la Toscana del Novecento, per cui dal 13 giugno al 31 dicembre è stato concepito un piano articolato in più percorsi, che mira a riscoprire 450 artisti legati alla regione, con 22 musei del territorio aperti anche il sabato e la domenica con molte attività didattiche, laboratori e visite guidate gratuite.
“Con questa mostra – è intervenuto Sisi – si provvede ad una diffusione capillare della cultura del Novecento. L’eposizione vuole stimolare una rigenerazione dei pensieri, invitare il pubblico a meditare sul pericolo di trasformazione delle città come Firenze e Lucca in luoghi di destinazione per i turisti e non per gli abitanti, che rischiano di perdere la propria identità culturale”.
Dalle prime realtà industriali, come la Piaggio con la vespa, alle aziende produttrici di mobili e complementi d’arredo, come Poltronova e l’eccellenza lucchese Martinelli Luce, passando per l’oggettistica in ceramica e marmo, settore in cui spiccano le collaborazioni con Ettore Sottsass, Remo Buti, Marco Zanini e Matteo Thun: sono solo alcune della grandi firme con cui sarà possibile confrontarsi visitando la mostra, che ospiterà anche opere di giovani progettisti degli anni duemila, che in qualche modo anticiperanno il percorso del prossimo anno, dedicato alla contemporaneità.
“Nel periodo del dopoguerra – ha spiegato Maria Teresa Filieri – i designer toscani hanno fatto le prima esperienze proprio a Lucca, dove hanno imparato tecniche e iniziato a produrre delle eccellenze, che poi hanno esportato altrove. Con questa esposizione ripercorreremo le riflessioni che i grandi artisti di quell’epoca ci hanno lasciato in eredità”.
La mostra, che sarà inaugurata questo pomeriggio (12 giugno) alle 18, sarà fruibile dal martedì alla domenica, dalle 10,30 alle 13 e dalle 16 alle 19,30. L’ingresso è completamente gratuito e sarà possibile acquistare un catalogo contenente le immagini e le didascalie di tutte le opere esposte.
“Alla creazione dell’immagine del design italiano nel mondo- ha spiegato Pettena- hanno contribuito profondamente la produzione e l’architettura toscane. Negli anni ’50 i designer hanno voluto riammettere gli ingredienti stilistici espulsi dal razionalismo precedente, attraverso i progetti hanno voluto parlare del divenire del loro tempo, del processo di interpretazione del mondo di quel periodo”.
“La mostra ha una chiave di lettura privilegiata- ha affermato Turrini-: quella della produzione, perché in Toscana l’impresa e la manifattura hanno svolto un ruolo da co-protagoniste nel processo di evoluzione culturale e abbiamo voluto valorizzare in primis questo aspetto”.

Jasmine Cinquini