A teatro prima nazionale in omaggio all’opera di Dino Terra

12 ottobre 2015 | 11:00
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A teatro prima nazionale in omaggio all’opera di Dino Terra

Una prima nazionale come evento clou delle celebrazioni per il ventennale della morte di Dino Terra, l’intellettuale romano innamorato di Lucca che proprio alla città delle mura ha lasciato la sue eredità e il suo patromonio culturale. E per ricordarlo al meglio la fondazione a lui intitolata ha pensato di fare le cose in grande, riproponendo a teatro il meglio della sua produzione teatrale e letteraria con la regia di uno dei maestri del panorama teatrale contemporaneo, Marco Solari. L’appuntamento, doppio, è al teatro di San Girolamo, con una serata dedicata al pubblico lucchese mercoledì (14 ottobre) e l’altra, una matinée per le scuole il giorno successivo che ha già registrato il tutto esaurito di prenotazioni.

A presentare l’evento, nella sala degli specchi di Palazzo Orsetti, il sindaco Alessandro Tambellini, il registra Marco Solari con l’attore Gustavo Frigerio e i rappresentanti della fondazione Dino Terra Mario battaglia, vicepresidente e Daniela Marcheschi, direttore scientifico. “Questo evento – ha ricordato Battaglia – rappresenta il clou dell’omaggio alle opere e alle attività di Dino Terra per il ventennale dalla morte. Un evento che ha vissuto varie iniziative fra cui un convegno su vita e opere dell’artista e scrittore al Gabinetto Viesseux di Firenze”.
Per ricordare Dino Terra, pseudonimo di Armando Simonetti, scomparso nel 1995, dunque, si ricorre alla sua eredità teatrale. Con una serata dal titolo Ruota dentata che ricorda la casa editrice con cui, giovanissimo, pubblicò le prime opere teatrali. A ricordare la figura di Dino Terra nel panorama culturale italiano del Novecento è Daniela Marcheschi: “Dino Terra – ricorda – pur essendo molto conosciuto a livello internazionale non è mai salito alla ribalta della letteratura, nonostante la frequentazione di grandi artisti e intellettuali come Moravia, Andre Gide e Gramci, fra gli altri. Eppure lui, antifascista della prima ora, va studiato e riletto proprio per il grande ruolo che ha avuto, per la stima che ha goduto  il suo pensiero. Terra ha capito per primo che il Novecento italiano in letteratura stava viaggiando su binari di arretratezza rispetto all’Europa ed è stato fra i primi italiani che ha compreso l’importanza di non separare la cultura letteraria da quella scientifica”.
Per mettere in scena frammenti della sua opera la scelta è caduta su un altro lucchese di adozione, Marco Solari, uno dei maestri dell’avanguardia teatrale italiana: “A lui – conclude Marcheschi – abbiamo chiesto di fare una ricognizione dell’opera di Dino Terra e di trasporla sul palcoscenico in piena libertà, pensando allo stesso tempo di coinvolgere nell’opera il meglio degli artisti lucchesi”.
E così Solari ha fatto, partendo dalla lettura di gran parte delle opere di Dino Terra: “Ringrazio la fondazione – dice il regista-attore – che ci ha dato carta bianca per lavorare sul tema. Capita raramente che una fondazione stimoli e produca una realizzazione teatrale. In particolare a me è stato chiesto un attraversamento della scrittura di Dino Terra, che è molto diversificata e di lungo periodo. Ne è venuta fuori un’opera che raccoglie, frammenti di opere teatrali, frammenti di alcuni testi e una parte didattica con una sorta di vocabolario personale di Dino Terra. Non è una mise en espace né una semplice lettura ma un’opera che penso sia fruibile a un pubblico eterogeneo, anche giovanile, anche ignaro dell’opera dell’autore e che viene, anzi, invogliato a conoscerla”. Per la messa in scena Solari ha coinvolto alcuni compagni di viaggio di lungo corso come Alessandra Vanzi, Gustavo Frigerio e Patrizia Bettini, collaboratori di alto livello come il teknoartista, lucchese di adozione, Giacomo Verde, il musicista Paolo Modugno e il light designer Stefano Pirandello, discendente proprio di Luigi Pirandello. La componente “lucchese” è garantita poi dal giovane Marco Brinzi, voce registrata dello spettacolo e dalla danzatrice Francesca Bertolli. “Il nostro incontro con l’opera di Dino Terra – conclude Gustavo Frigerio – che è stata una rivelazione spero che sia un incontro proficuo anche per gli spettatori”.
Dopo la tappa di Lucca ci sono già contatti per portare lo spettacolo in altri teatri, in particolare a Roma e Milano: “Ma non è escluso – dice Solari – di poterlo produrre anche per l’estero”. Intanto a goderselo in anteprima nazionale potrà essere il pubblico lucchese.

Lo spettacolo nel dettaglio
La ruota dentata è un montaggio di frammenti da diverse opere di Terra, dalle sue prime prove letterarie del 1927 (L’amico dell’Angelo e Riflessi), fino a quelle degli ultimi anni (Eteromorfismo, Un uscio al di là del cielo), passando per Ioni, Profonda notte, Dopo il Diluvio. Viene quindi proposta al pubblico la varietà della scrittura di Terra, la sua apertura al contemporaneo che non è appiattimento sul reale, ma ricerca continua attraverso l’ironia, la varietà dei punti di vista e di osservazioni con chiavi di lettura non banali e mai ideologicamente chiuse. Gli attori, coadiuvati da interventi performativi danza, danno vita a una mise en espace dinamica, grazie anche alle videoproiezioni e alla colonna sonora, che rendono la lettura dei diversi brani teatrali, saggistici e letterari variata nella struttura e nella dinamica, con lo scopo di suscitare la curiosità e l’interesse per una autore italiano del Novecento ancora poco conosciuto ma di grandissima attualità e quindi, da riscoprire. Un omaggio importante per un uomo, Dino Terra, che è stato non solo scrittore ma anche drammaturgo, saggista, critico letterario, cinematografico e d’arte. Nella sua lunga e intensa vita culturale ha dato vita a movimenti letterari e artistici, portando nella cultura italiana un’apertura vitale alla riflessione scientifica, antropologica, psicoanalitica, riuscendo a mantenere proficui contatti con la migliore intellighenzia italiana e internazionale.

Chi è Dino Terra
Dino Terra, pseudonimo di Armando Simonetti (Roma, 1903 – Firenze 1995), dopo gli studi liceali a Roma si trasferisce a Parigi per studiare medicina alla Sorbona. Rientrato a Roma inizia un’intensa attività culturale e letteraria, fondando la sezione romana del movimento Clartè, entrando in contatto con letterati, artisti, uomini politici, da Trilussa a Tilgher, da Gramsci a Malatesta. Successivamente con Vinicio Paladini e Umberto Barbaro dà vita al Movimento Immaginista, pubblicando il giornale La Ruota Dentata e le edizioni omonime. Nel ’27 Terra vi pubblica le sue prime opere L’amico dell´angelo e Riflessi, che l’autore rielaborerà radicalmente sul finire degli anni settanta, dando luogo all´ultima sua pubblicazione in vita, Un uomo e l’inferno, romanzesco viaggio nel proibito (1981). Alla breve e intensa avventura intellettuale dell’Immaginismo, da intendersi anche come derivazione di “sinistra” del movimento futurista si collega la successiva opera di Terra: Ioni, del 1929. Tra gli anni trenta e gli anni settanta, Terra continuerà a pubblicare numerosi romanzi allontanandosi sempre più dalla giovanile temperie dell’avanguardia. Nel ’33, il romanzo Metamorfosi avrà sulla stampa nazionale un’infinità di recensioni. Anche in seguito Terra riceverà notevoli apprezzamenti critici: si segnalano tra gli altri i giudizi di Marinetti, Tilgher, Ungaretti, Bassani, Pampaloni.
Intensa risulta, inoltre, anche la sua attività giornalistica, come critico letterario, d’arte e cinematografico, collaborando con Il Quadrivio e Il Tevere; si prodiga poi alla rifondazione dell’Avanti nell’immediato dopoguerra. Negli anni cinquanta lavora al quotidiano Il Momento e Il Popolo. Non meno importante la produzione teatrale con apporti quali le scenografie di De Chirico negli anni cinquanta. Grazie all’aiuto di Silvio D’Amico e di Ugo Betti, alcune sue commedie vengono rappresentate sia nei principali teatri romani che nella nascente televisione; si rammentano: Il Faustino, La coda santa, La vedovella, Carambola, La collana. Nel 1960 si trasferisce a Firenze, chiamato alla Sansoni a dirigere Tuttitalia, pubblicazione settimanale dell’omonima casa editrice. Vi rimarrà per oltre un decennio. Gli ultimi anni della sua vita li ha trascorsi a creare la Fondazione, che porta il suo nome, costituitasi nel 1990 nella città di Lucca (la terra della madre, da lui tanto amata), dedicata agli enigmi della presenza umana.

E.P.