Il convitato di pietra in scena al teatro di San Girolamo

4 dicembre 2015 | 10:04
Share0
Il convitato di pietra in scena al teatro di San Girolamo

Dopo il successo riscosso al Teatro Verdi di Pisa, dove è andata in scena in prima esecuzione italiana assoluta in tempi moderni lo scorso 21 novembre, l’opera Il convitato di pietra giunge a Lucca, al teatro di San Girolamo, domani (5 dicembre) alle 20,30. Questo titolo di Giovanni Pacini viene presentato al pubblico nell’edizione critica curata da Jeremy Commons (insigne docente universitario neozelandese che, dedito dal 1989 alla ricerca nell’ambito dell’opera italiana del primo Ottocento, ha fra l’altro contribuito alla rinascita dell’interesse nei confronti di musicisti quali Vaccaj, Balducci e, appunto, Pacini) e Daniele Ferrari (noto direttore d’orchestra, autore di trascrizioni, revisioni, esecuzioni e registrazioni di molte composizioni rare o inedite di compositori quali Emanuele Rincon d’Astorga, Francesco Pasquale Ricci e Giovanni Battista Sammartini) sulla base dell’autografo del compositore e sui materiali utilizzati per la rappresentazione del 1832.

Al professor Commons e al Maestro Ferrari si deve la prima mondiale in tempi moderni, avvenuta nel 2008, al Festival Rossini di Bad Wildbad (Stuttgart), trasmessa in diretta dalla Radio di Stato tedesca e registrato in Cd Naxos. A dirigere l’opera sarà Daniele Ferrari, mentre la regia è firmata da Lorenzo Maria Mucci. Nel cast, Massimiliano Silvestri (Don Giovanni), Carlo Torriani (Ficcanaso), Sandra Buongrazio (Donn’Anna), Roberto Cresca (Don Ottavio), Giulia De Blasis (Zerlina), Daniele Cusari (Masetto) e Sinan Yan (Commendatore). Questo Convitato di Pietra è “una delle sue più piccole e curiose opere”, ricorda Jeremy Commons; fu scritta nel 1832 per una esecuzione privata affidata dal Pacini stesso ai membri della sua famiglia e rappresentata nel salotto di casa Belluomini (il cognato), a Viareggio. Il libretto, attribuito a Gaetano Barbieri, ricalca quello mozartiano, con alcune differenze come il registro tenorile per il ruolo di Don Giovanni, l’attribuzione del ruolo di Leporello al personaggio di Ficcanaso e l’assenza della figura di Donna Elvira, le cui caratteristiche confluiscono in Zerlina. “Quest’opera oscilla sempre tra momenti drammatici e momenti buffi – dice il Maestro Daniele Ferrari – con un’orchestrazione sempre molto raffinata, nella quale pare di sentire il primo Rossini”. Nel Convitato di pietra, fa notare il regista Lorenzo Maria Mucci, “nell’alternanza di canto e dialogo parlato, ogni passaggio della vicenda è ridotto all’essenziale anche a scapito – apparentemente – della profondità psicologica dei personaggi. Ne risulta una drammaturgia frammentata o forse addirittura ‘frantumata’. Quel che rimane è un sottofondo di prevaricazione (se non di violenza) che pervade i frammenti in cui agisce Don Giovanni. È come se, nel semplificare per mettere “in farsa”, la trama si sia assottigliata a tal punto da lasciar intravedere l’inconsapevole violenza della natura del ‘burlador'”.