Celestini porta ‘Laika’ alle Scuderie granducali

19 gennaio 2016 | 09:05
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Celestini porta ‘Laika’ alle Scuderie granducali

Un Gesù improbabile, che vive chiuso in un appartamento di qualche periferia e che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo, si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. E’ intorno a questo tema che si sviluppa l’ultimo lavoro teatrale di Ascanio Celestini che andrà in scena domani (20 gennaio) alle 21,15 al Teatro delle Scuderie Granducali a Seravezza in Versilia. Uno spettacolo che ha registrato il sold out da settimane e che rientra nel cartellone teatrale 2015/2016 dal titolo Dentro le storie con la direzione artistica di Elisabetta Salvatori e organizzato da Fondazione Terre Medicee e Comune di Seravezza.

Con Laika Ascanio Celestini, istrionico e irriverente, azzarda un tema a dir poco irrequieto: come sarebbe, cosa farebbe e cosa penserebbe Gesù se tornasse sulla Terra, un Gesù cieco che vive in un monolocale davanti ad un parcheggio di un supermercato. Un Gesù, mandato tra gli uomini non per salvarli, non per redimerli, ma solo per osservarli. Proprio per questo è cieco ma a raccontargli tutto quello che succede ci pensa Pietro, uno dei dodici apostoli come sostegno, il cui vero nome è Simone e che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo. Un modo per simboleggiare la cecità di chi può osservare il mondo solo attraverso gli occhi di un altro. Per questo motivo ascolteremo solo la voce di Pietro: la mancanza della vista umana diventa così la condizione per acquisire la vera vista, come Edipo. Gesù non vuole far entrare nessuno in quel monolocale, forse per lasciarsi andare a pensieri e riflessioni: sui miracoli, sul triste destino di Giuda, sul suicidio e soprattutto sul quel povero barbone che vede attraverso gli occhi di Pietro, un emigrato clandestino che dorme coperto di cartoni. Con la sua grande energia scenica Celestini narra di come il crollo delle ideologie stia facendo cadere anche le religioni, osservandole attraverso gli occhi senza vista di un povero Cristo. Una incarnazione moderna che non potrebbe non includere anche le paure e i dubbi del tempo presente di un Gesù che è vero Dio e vero uomo, ma un essere umanissimo fatto di carne, sangue e parole. “Queste incertezze – spiega Ascanio Celestini – vorrei che passassero in maniera obbligatoriamente grottesca e ironica nel personaggio che porterò in scena: un povero Cristo che può agire nel mondo solo come essere umano tra gli esseri umani. Uno che sente la responsabilità, ma anche il peso di essere solo sul cuor della terra: vuoi vedere che la trinità è una balla e alla fine salterà fuori che Dio sono soltanto io?”. Celestini sarà accompagnato sul palco da Gianluca Casadei alla fisarmonica e la voce fuori campo di Alba Rohrwacher. Lo spettacolo è stato prodotto da Fabbrica e coprodotto da Romaeuropa Festival. Sulle scene teatrali dagli anni novanta, Celestini, si conferma uno degli interpreti più apprezzati del teatro di narrazione; svariati riconoscimenti istituzionali alla carriera, tra cui nel 2002 il Premio Ubu speciale “per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come mito e viceversa”, nel 2004 il Premio Fescennino d’oro, il Premio Gassman come miglior giovane talento, il premio Oddone Cappelino per il testo Le Nozze di Antigone, nel 2005 il Premio Ubu per lo spettacolo Scemo di guerra (come Nuovo testo italiano) e vari altri premi per i suoi testi letterari e teatrali tra i quali il Premio Satira Politica, il Premio Histryo, il Premio Bagutta, il Premio Fiesole Narrativa Under 40, il Premio Anima, il Premio Vittorio Mezzogiorno, il Premio Flaiano o il Premio Trabucchi alla Passione Civile, il Premio Govi.
Lo spettacolo inizia alle 21,15 e la biglietteria è aperta dalle 20. Info: Fondazione Terre Medicee al Palazzo Mediceo, a Seravezza, info: tel. 0584.757443, 0584.756046, mail: segreteria@terremedicee.it