Mefistofele di Arrigo Boito al teatro del Giglio

Ultimo titolo della stagione lirica del Teatro del Giglio, che ha registrato nel 2015-2016 molti “tutto esaurito”, giunge a Lucca, dopo il debutto al Teatro Verdi di Pisa, capofila della cordata coproduttiva, Mefistofele di Arrigo Boito, opera titanica, che assai raramente viene messa in scena nei grandi Teatri, e ancor più raramente nei Teatri di Tradizione. Sul palcoscenico lucchese l’opera fu rappresentata l’ultima volta nel lontano 1936, e prima di allora solo altre tre volte, nel 1888, nel 1903 e nel 1928; dopo ben ottanta anni, sarà possibile assistere di nuovo al Teatro del Giglio al boitiano Mefistofele, in programma sabato 9 aprile (alle 20,30) e domenica 10 aprile (alle 16) con un allestimento coprodotto con il Teatro Verdi di Pisa (capofila della cordata produttiva) e il Teatro Sociale di Rovigo.
Il cast, prestigiosissimo, vede nei tre ruoli protagonistici – per la recita di sabato 9 aprile alle 20,30 -, Giacomo Prestia nel ruolo del titolo e Roy Cornelius Smith come Faust, mentre Paoletta Marrocu interpreterà Margherita; domenica 10 aprile alle 16 Rubèn Amoretti sarà Mefistofele, Gabriele Mangione Faust ed Elisabetta Farris Margherita. I soprani Elisabetta Farris sabato e Alice Molinari domenica si alternano nel ruolo di Elena, i mezzosoprani Sandra Buongrazio e Moon Jin Kim sono rispettivamente Marta e Pantalis, il tenore brasiliano Sergio Dos Santos interpreta i ruoli di Wagner e di Nerèo.
L’Orchestra della Toscana sarà guidata dal Maestro Francesco Pasqualetti, che si dice “cosciente dello straordinario impegno in termini di concentrazione e tecnica che questa partitura richiede al direttore, come del resto a tutti gli artisti coinvolti e a tutte le maestranze del Teatro, innanzitutto per l’ampiezza delle masse che in questa produzione – tra orchestra in buca, banda in palcoscenico, coro primario, coro delle voci bianche, coro extra per Prologo ed Epilogo – raggiungono la singolare cifra di circa 300 esecutori. Ma la quantità non è certamente l’unica insidia. Tessere la trama narrativa di quest’opera, infatti, è uno sforzo che richiede molta concentrazione e molta immaginazione. Stiamo parlando, del resto, di un capolavoro che merita queste attenzioni: basterebbe la qualità dell’invenzione melodica a renderla, da sola, un’opera immortale. Ma c’è di più. Tra le pagine della partitura si agita una tensione che non esito a definire “avanguardista”, seppure non si palesi primariamente nel linguaggio armonico che resta – ovviamente – tonale, per quanto spesso cromaticamente ardito”. Enrico Stinchelli, che firma la regia dello spettacolo insieme all’ideazione delle scene di Biagio Fersini, annota: “In Mefistofele bisogna crederci, amarlo, farsi trascinare con lui nel suo volo… tutto diventa più semplice…. Mefistofele è creatura di Boito, c’è davvero tutta la sua poetica in quelle pagine: il concetto del dualismo, per cui in ognuno c’è il Male e il Bene, la parola usata come caleidoscopio di suggestioni e di emozioni, il gusto dell’orrido, la redenzione attraverso la conoscenza”.
Il Maestro Marco Bargagna dirigerà il Coro Lirico Toscano, compagine integrata dal coro dell’Università di Pisa e Laboratorio Lirico San Nicola (Maestro Stefano Barandoni) e dai Pueri Cantodi di San Nicola e Santa Lucia (Maestro Emma Zanesi).
Una gestazione complessa, lo ricordiamo, quella del Mefistofele, opera ispirata al Faust di Goethe. Una prima versione andò in scena il 5 marzo 1868 alla Scala di Milano, preceduta da un grosso battage pubblicitario, preannunciata come manifesto della musica dell’avvenire di wagneriana ispirazione e circondata da un clima di grandissima attesa da parte sia del pubblico che degli ambienti musicali e letterari, ma fu un fiasco clamoroso per l’eccessiva lunghezza, per l’innesto di un dialogo in prosa, per alcune ricercatezze giudicate eccessive. Boito ritirò la monumentale partitura e la riscrisse radicalmente, operando diversi tagli e rifacimenti e imprimendole un’impronta lirico-sentimentale più in sintonia con i gusti correnti, ricca di momenti di grande intensità che ben tratteggiano la psicologia di Mefistofele, Faust e Margherita. La nuova versione vide la luce a Bologna, il 4 ottobre 1875, città ben più progressista e wagneriana, ed ebbe un successo tale da portarla rapidamente ad affermarsi e a entrare stabilmente nel repertorio dei maggiori teatri italiani e stranieri.
I biglietti, da 15 a 55 euro, possono essere acquistati on line su www.teatrodelgiglio.it o alla Biglietteria del Teatro del Giglio (tel. 0583.465320 – email: biglietteria@teatrodelgiglio.it). I biglietti di loggione, al prezzo di 20 euro ciascuno, saranno messi in vendita un’ora prima dell’inizio di ogni spettacolo.