I mestieri della Lucchesia in una mostra fotografica

Il mestiere dei territori della lucchesia svela i suoi segreti e decide di farlo affidandosi ad un altro mestiere: quello della fotografia. Un incontro armonico e fecondo, quello tra coloro che ancora oggi “fan di mestiere” – Gino il corbellaio di Ruota, Carlo il fabbro di Piè Lucese, Simone il mammaluccaio di Bagni di Lucca, Angelo il norcino di casa di Diecimo, la nonna Teresa dolciera di casa ed Alessia, Antonio e Luciano sulle terre di grano della lucchesia – e colui che “fa di fotografia” – Luca Lorenzetti, il fotografo. La mostra inaugura sabato (2 aprile) alle 11 alla Fondazione Lazzareschi di Porcari.
La modalità, lo stile e la passione delle fotografie di Luca, ricomposte a mosaico nella monografia fotografica Vi presento il mestiere lucchese – Narrazioni fotografiche di Luca Lorenzetti, patrocinato dal Comune di Porcari, ci dicono dell’identità reale del mestiere nell’epoca della globalizzazione.
Non si parla di un Mestiere in via di estinzione con una fotografia nostalgica: Luca non ha ceduto a tale tentazione post-romantica. Si parla con toni decisi e di rivendica del Dna. del Mestiere e delle sue potenzialità nel restituire significato all’universo del Lavoro, oggi attraversato non solo da una crisi occupazionale, ma anche valoriale.
Il “far di mestiere” qui in lucchesia, come altrove, circoscritto nel quanto, non lo è nell’Essere: come raccontato dal percorso fotografico, è un modo etico di interpretare e di agire il lavoro che ancora oggi e, forse, ancor più di prima, libera tutte le sue energie, investendo con il proprio Sé chiunque lo incroci: se ne rimane affascinati, incuriositi, coinvolti, se ne diventa portatori del messaggio di speranza e, talvolta, si cede alla tentazione, diventandone adepti.
La monografia fotografica di Luca Lorenzetti e la relativa mostra fotografica che dal 2 al 24 aprile si terrà presso la Fondazione Lazzareschi di Porcari questo ci dicono: narrano, infine, di una creatività che, andando al di là della fatica, si libera nel lavoro e che con i suoi “misteri” quasi artistici libera le potenzialità dell’uomo mettendolo in contatto con tutti quegli elementi naturali, personali e comunitari che ne costituiscono l’ambiente di vita.