Le ‘lacerazioni’ di Alunni in mostra al Lu.C.C.A.

Tagliare, strappare, rompere, dividere, lacerare, frantumare, forare, infrangere e alterare la materia sono azioni che Adriano Alunni compie non per distruggere, ma per ricostruire, per raccontare una storia che passa attraverso la materia, che si impossessa dell’essenza delle superfici e rivive attraverso palinsesti che non hanno più l’esigenza di rappresentare. Con circa 20 opere, Adriano Alunni darà voce alla sua arte nella mostra personale dal titolo LacerAzioni. La materia ritrovata, a cura di Maurizio Vanni, allestita negli spazi del Lu.C.C.A. Lounge&Underground che sarà inaugurata alla presenza dell’artista umbro domani (21 aprile) alle 17. L’esposizione rimarrà aperta al pubblico, con ingresso libero, fino al 19 giugno.
“Alunni può trasformare qualunque materiale in strumento espressivo – scrive il curatore della mostra Maurizio Vanni – e modificare ogni supporto in luogo ideale per rivelazioni cerebrali ed eventi fisici. Ne scaturiscono composizioni mai fine a se stesse, completamente dissociate dalla casualità, dall’improvvisazione e da ogni automatismo e in grado di esaltare l’occasionalità del recupero di un materiale che ha fatto parte della sua vita o capitalizzare il desiderio narrativo di uno spirito perennemente irrequieto che sa cosa significa la parola mestiere”. Frutto di una ricerca di oltre cinquant’anni e della sua lunga militanza nel mondo delle tecniche incisorie (ha anche collaborato con Alberto Burri per la realizzazione di una sua incisione), Alunni ci presenta opere dove giocano un ruolo fondamentale i tagli, le cuciture e le incisioni, sempre nette e decise, ma anche la luce e il colore. Sul supporto – metallo, legno o cartoncino – convivono, giustapposti, materiali diversi che svelano la complessità del suo mondo e lo narrano attraverso gestualità calibrate e studiate. “Ogni lavoro – prosegue Vanni – corrisponde a un microcosmo materico nel quale la luce – cercata al suo interno o riverberata dalle superfici metalliche – disciplina un lento moto centripeto che non perde mai del tutto contatto con la realtà. Alcune evidenti cuciture sembrano impedire alle strutture di perdersi nell’oblio dell’ovvio e del prevedibile e qualche accensione cromatica libera la mente del fruitore da indagini superficiali”. Opere che nel loro cercare un rapporto con la dimensione estatica trovano anche un contatto con la percezione estetica. Conclude Vanni nella brochure di presentazione della mostra: “Epifanie di materia, di calore – soprattutto nelle composizioni lignee – e di superfici danno vita a progetti sempre nuovi ed eternamente ancorati a una tradizione che costruisce e ri-costruisce partendo dall’origine del Tutto. Adriano Alunni sta cercando il segreto dell’esistenza. Che ognuno trovi la propria materia”.