In Regione il finissage per la mostra di Possenti sull’indipendenza toscana

“E’ una mostra che si è inserita nel contesto dei primi festeggiamenti per il 27 aprile 1859, data dell’Indipendenza della Toscana, Quella data segna l’inizio del percorso che la portò, dopo il plebiscito, ad essere parte integrante della nuova nazione italiana. E’ bello che momenti così importanti della nostra storia possano essere visti attraverso le sensibilità che risvegliano in un grande artista. Le immagini di Antonio Possenti ci raccontano del desiderio di libertà, di autonomia, del risveglio dei valori culturali dell’Italia, che, da Dante a Michelangelo e Machiavelli, erano passati in gran parte per la terra di Toscana”. Così Eugenio Giani, presidente del Consiglio regionale, ha riassunto il senso della mostra che, dal 29 aprile scorso, è ospitata nelle sale di Palazzo Panciatichi, grazie alla collaborazione con la Fondazione Ernesto Balducci.
Per il finissage, in Sala Gonfalone si è svolto un breve incontro con il maestro.
“La storia consacrata determina visivamente una serie di icone di personaggi che sono rappresentati in maniera encomiastica, celebrativa. Ho cercato di umanizzarli, individuandone caratteristiche particolari, con elementi aneddotici”, ha spiegato Antonio Possenti, citando per esempio Camillo Cavour, che fu non solo amante della buona tavola, ma anche cuoco, autore di una ricetta: i carciofi alla Cavour. “Il riferimento nel quadro non è tanto alla cucina, ma alla politica dello statista, che è stata caratterizzata come “politica del carciofo – ha precisato – L’incorporazione dei vari stati a quello di Piemonte e Sardegna non fu fatta in maniera globale, ma, come diceva Cavour, ‘ingoiando foglia a foglia”. Altro esempio, Giuseppe Garibaldi che, a Caprera, aveva chiamato il ciuco ‘Pionono’, in ‘omaggio’ al Papa. Un momento storico così decisivo per la nostra storia regionale e nazionale si è così arricchito di significati nuovi, che suggeriscono, con un pizzico di ironia, una realtà diversa, possibile.