Poleschi Arte, addio a Lucca con la mostra di Uncini

42 anni di attività, collaborazioni con artisti di fama internazionale e una carriera invidiabile piena di mostre, viaggi, soddisfazioni ma anche qualche amarezza. Quello di Claudio Poleschi a Lucca è stato un lungo e accuratissimo lavoro ormai giunto al termine con cui per anni ha reso la città un riferimento prestigioso per l’ arte contemporanea portando tra le nostre mura opere di artisti di grande rilievo che hanno lasciato importanti segni nella storia dell’arte nazionale e internazionale.
Fino alla fine di luglio, nella chiesa sconsacrata di San Matteo situata nell’omonima piazza, si potranno ammirare le particolarissime opere di Giuseppe Uncini (Fabriano1929 – Trevi 2008), uno tra i più celebri artisti italiani, scomparso ormai da qualche anno, un artista con il quale la galleria avrà l’onore di chiudere in bellezza decenni di carriera. Più di quaranta opere completamente realizzate in legno, cemento e reti metalliche che hanno fatto di lui uno degli artisti più importanti dell’arte contemporanea italiana del secondo novecento, creando tramite paesaggi, ombre e geometrie minimali un percorso completamente nuovo e rivoluzionario. Lavori, quelli di Uncini, che quasi trent’anni fa sono stati esposti anche in occasione della XLI edizione della Biennale di Venezia.
L’evento
La mostra di Uncini ha il pregio di porre in risalto un cospicuo ciclo di attività di Uncini dedicato alle sculture da lui denominate progressivamente Dimora delle cose (1979-1981), Dimore (1980-1986) e infine Muri d’ombra (1986-1987), focalizza i concetti delle forme architettoniche unitamente con il sentimento e l’atto abitativo.
Il nuovo paradigma morfologico ideato da Uncini dopo alcuni suoi masterpieces come le strutture spazio-ambiente (1967) – di cui si ricordano La stanza, 1967, La finestra con ombra, 1968, la Porta con ombra, 1968 e la Sedia con ombra, 1968 – sviluppa quelle premesse e le stesse intuizioni ‘abitative’ dei Mattoni (1969-1971).
Per il raggiungimento delle nuove forme che si distinguono a partire dalla forte valenza emblematica dell’abitare – sembra quasi di potervisi muovere all’interno – era stato però necessario a Uncini dedicarsi anche allo studio e alla realizzazione delle ‘ombre’ fino ad arrivare alla completa invenzione dell’inedita concezione di corpi solidi rappresentanti una dimensione impalpabile ma presente come, appunto, l’ombra.
Con le Ombre (1972-77) e gli Interspazi (1978-1988), Uncini è in grado di operare alla definizione di un successivo, ampio capitolo del suo percorso plastico che trova nelle Dimore una forte proiezione di quel principio autonomo costruttivo iniziato con i Cementarmati (1959).
La mostra di Lucca annovera numerosi esempi dell’importante ciclo delle Dimore che, oltre a segnare una fase di felice armonizzazione tra i primi vent’anni dell’attività di Uncini e i successivi, all’insegna degli Spazi di ferro (1987-1996), degli Spazicemento (1993-2000), dei Muri di cemento (2001-2004) e infine delle Architetture (2004-2007), si rivelano anche tra le più autentiche creazioni artistiche del XX secolo che visualizzano il concetto di Hölderlin “Poeticamente abita l’uomo”, fonte di un’ampia riflessione filosofica fino ai giorni nostri.
In molti conosceranno e apprezzeranno la passione di Claudio Poleschi per l’arte e per il suo lavoro, con cui per tutta una vita ha saputo regalare cultura ed emozioni, esponendo opere di grandissimi artisti che hanno realizzato grandi mostre e prestigiose presenze all’interno di fiere non solo in Italia e in Europa ma anche oltreoceano, come ad esempio Art Miami.
Enrico Castellani, Osvaldo Licini, Valerio Adami, Sandro Chia, Claudio Olivieri, Pino Pinelli, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto e molti altri ancora. Lunghi articoli stampati su rinomate riviste d’arte, critici e collezionisti entusiasti della bellezza dei suoi eventi, almeno ottanta fiere di successo. Ma a Lucca mai che questa sua attività fosse oggetto di attenzione da parte dei maggiori giornali o delle istituzioni locali; nessuno ha mai scritto lunghi articoli ed è stato quasi del tutto ignorato il suo accuratissimo lavoro, a cui hanno preso parte anche giovanissimi ragazzi del suo staff. Per anni Poleschi ha organizzato mostre nel centro storico della città, ultima delle quali proprio quella di Giuseppe Uncini ma, sebbene apprezzatissimo da un pubblico internazionale, il suo nome a livello locale è sempre rimasto nell’ombra, insieme alle opere d’arte nella bellissima chiesa medievale di San Matteo.
Tuttavia quelle sale aspettano solo di vedere la luce, di essere sfiorate non solo dal poco sole che penetra dalle finestre ma anche dalla nostra curiosità. E’ doveroso mostrare un po’ di riconoscenza per un’attività che ha sempre cercato di regalarci emozioni. La personale di Uncini Dimore è ancora in corso fino alla fine del mese di luglio. Per ulteriori informazioni visitate il sito claudiopoleschi.com o contattare il numero 0583.469490.
Giulia Prete