Il compianto di Maria restaurato grazie ai Lions

18 giugno 2016 | 12:09
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Il compianto di Maria restaurato grazie ai Lions
Il compianto di Maria restaurato grazie ai Lions
Il compianto di Maria restaurato grazie ai Lions

Il Compianto di Maria dei Collina recupera le sue fattezze originarie ed è pronto a tornare in San Giovanni grazie agli interventi di restauro finanziati dai Lions. L’opera è stata presentata questa mattina (18 giugno) al Museo di Villa Guinigi, dal presidente del Lions Club di Lucca, Graziano Nottoli, dal sindaco Alessandro Tambellini, dal consigliere provinciale Alberto Baccini, dal rappresentante della soprintendenza di Lucca, Luigi Ficacci e dalle restauratrici della soprintendenza, Eleonora Rossi e Paola Lorenzi.

“Recuperare quest’opera era un sogno che coltivavo da più di 10 anni – ha raccontato Nottoli – quando la trovai nella sacrestia mentre stavamo sgomberando la Chiesa di San Giovanni: mi accorsi che non era di gesso, perché troppo pesante e praticando una piccola scalpitura capii che era di terracotta, una cosa molto rara per Lucca”.
Si tratta di un gruppo scultoreo in terracotta, raffigurante la pietà, che veniva utilizzato nella giornata del venerdì santo e che in base all’analisi delle restauratrici rivendica la paternità di Francesco Collina. Secondo la datazione effettuata l’opera dovrebbe collocarsi intorno alla metà dell’Ottocento.
“Aver recuperato un elemento di culto fondamentale per la Chiesa – ha dichiarato Tambellini – e poterla ricollocare nella sua originalità è motivo di grande soddisfazione. Abbiamo un patrimonio enorme sparso in città, spesso privato della giusta attenzione: quando associazioni come i Lions si interessano e danno il proprio contributo finanziario per riportarlo alla luce meritano il ringraziamento di tutti perché si tratta di opere che appartengono alla collettività”.
Il gruppo scultoreo, una volta trasportato nel laboratorio di restauro del Museo nazionale di Villa Guinigi, è stato ricompattato prima della pulitura: un processo molto lungo perché per anni era stato a contatto con un pavimento umido e soprattutto dalla Madonna era caduto il gesso di preparazione. In seguito al consolidamento sono partite le opere di pulitura, di ritocco pittorico, di verniciatura e di stuccattura. Il piede del Cristo era quasi completamente staccato e alla Madonna mancavano due dita di una mano. Sono inoltre state riprese le dorature sui bordi e la decorazione del sangue che esce dal costato di Cristo. La scultura era un importante oggetto di culto, intorno al quale venivano accese molte candele: si capisce dal fatto che soprattutto sul Cristo era caduta un’innumerevole quantità di gocce di cera. Sono stati inoltre rinvenuti atti di vandalismo, dovuti al fatto che molto fedeli volevano lasciare un proprio ricordo firmandosi con penne di vario tipo. Le scoperte più interessanti sono state le incisioni alla base della statua di Maria e sulla roccia su cui è appoggiato il Cristo: proprio su quest’ultima si legge infatti la firma di Collina e il luogo di realizzazione dell’opera, che si pensa sia Faenza. “Le istituzioni non riescono ad arrivare ovunque – ha asserito Baccini – se non ci fossero associazioni come i Lions, che mettono i soldi per recuperarle, molte opere artistiche andrebbero perse. Questi restauri possono essere un veicolo straordinario anche da un punto di vista economico”. Gli interventi di restauro hanno avuto un costo contenuto, grazie alla diretta collaborazione con gli organi della soprintendeza. “I Lions hanno ritenuto che fosse un oggetto ha valore- ha detto Ficacci- hanno saputo dare il giusto riconoscimento ad un’eccezionalità tecnica, di una tipologia che richiama una manifattura conosciuta, che proviene della romagna”. La statua tornerà nella Chiesa di San Giovanni nel mese di settembre.

Jasmine Cinquini