Della Nave: “Disegno e musica, i miei progetti per Lucca”

24 giugno 2016 | 14:35
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Della Nave: “Disegno e musica, i miei progetti per Lucca”

Una passione smisurata per l’arte declinata nelle sue molteplici forme e, in particolare, per quella visiva, ‘tattile’, quella che nasce dall’intuitività più autentica. Ed un lavoro portato avanti con costanza e risultati sempre più interessanti, nel corso del tempo. Il graphic designer Maurizio Della Nave racconta con entusiasmo i suoi prossimi progetti a Lucca.

Come nasce la tua passione per l’arte e in quali forme l’hai declinata?
“La curiosità è stata in me parte predominante fin dall’infanzia, complice il fatto che in famiglia mi lasciavano sempre libero di scoprire e di sperimentare, con mio padre che dal lavoro mi portava spesso oggetti tecnici guasti che io smontavo e trasformavo in qualcos’altro, e con mia madre che mi lasciava sempre scatole e confezioni vuote per ritagliarle e trasformarle in giochi; e poi mi hanno sempre regalato libri di storie e di avventura e fra questi alcuni erano “animati” pop-up e un paio soprattutto mi fecero scoprire ed apprezzare la tecnica “origami” giapponese… I primi anni son cresciuto in campagna e passavo le giornate ad osservare le piccole cose: mai stata una perdita di tempo! Ovunque attorno a me vedevo “arte”, senza rendermene conto, quella della natura e del continuo mistero della creazione e della trasformazione. Tanti anni dopo (ed ancora oggi) da quel che la natura mi ha raccontato spesso son scaturite idee e creazioni anche molto particolari. Poco dopo, arrivare e crescere a Firenze è stato un po’ come tuffarsi in un mare di conoscenza e immaginazione. Quella città già colma di arte e di storia, negli anni ’60 e ’70 si era ulteriormente riempita di felice creatività d’ogni tipo e la difficoltà era soprattutto, per me che crescevo, quella di rincorrere e raggiungere di tutto e di più! Forse per certi versi ci sono abbastanza riuscito. Subito dopo l’alluvione del ’66 avevo undici anni ed ero già “abbastanza grande” e quel drammatico evento mi offrì l’occasione di entrare in luoghi inusuali (aiutando spesso a pulire dal fango e dai detriti) e questa “valanga di arte e di informazione” credo sia stato uno dei primi trampolini da cui sono saltato e che in qualche modo hanno definito nel tempo un percorso decisamente variegato e con più direzioni. Poco dopo iniziai a suonare, poi a scrivere e disegnare, poi a frequentare teatri e concerti, sempre osservando e imparando. Uno dei miei primi lavori fu quello di tecnico del suono (che poi durò diversi anni), poi un giorno per caso entrai in una tipografia e lì mi innamotrai dell’arte della stampa e nacque la mia passione (tutt’oggi forte in me) per la creazione grafica e la progettualità cartotecnica…”.
Qualche progetto interessante portato avanti a Lucca?
“A Lucca sono arrivato una quindicina di anni fà, da Firenze, e ancora continuo a scoprirla e ad esserne coinvolto e affascinato per le sue peculiarità. Alcuni dei miei più interessanti progetti grafici sono nati all’ombra degli alberi sulle antiche Mura, seduto con carta e matita nel mezzo alla tranquillità appartata di qualche baluardo. Naturalmente ispirato dalla città, doveva accadere che prima o poi anche a Lucca mi spuntasse in mente qualche strana idea! Altrove (Firenze, Ferrara, Kassel) avevo già progettato e proposto cose un po’ particolari da realizzare dentro la città, e per i 500 anni delle Mura, a fine agosto 2014 ho portato sei pianoforti a coda lungo tutto il loro percorso facendoli suonare in contemporanea da sei pianisti e amplificandoli in modo da far sentire il suono di tutti ovunque sulle Mura. Nel maggio dell’anno dopo, assieme all’innovativo compositore Girolamo Deraco, amico e complice di idee un po’ folli, ho creato una istallazione labirintica in Piazza San Martino con 56 colonne alte due metri a supporto di altrettante micro-composizioni musicali il cui insieme è stato poi suonato da più di cento flautisti che si muovevano nel labirinto seguendo alcune semplici regole. E naturalmente non è finita qui: altri progetti unici nel loro genere sto cercando di proporre per il prossimo futuro, soprattutto se anche in questa bella città la voglia di mettere assieme le forze “sul serio” prende forma reale tra le diverse teste pensanti che la popolano…”.
Un consiglio ai giovani che credono nell’arte, ma oggi sono scoraggiati?
“Non penso che si debba ‘credere’ nell’arte. L’arte esiste. Che ci si creda o no (ma mi suona un poco strano questo concetto del “crederci”) l’arte c’è. Ovunque, fuori e dentro di noi. In infinite forme ed espressioni (dunque molte ancora da scoprire e vivere). Diciamo che forse molto spesso non ce ne accorgiamo, andiamo troppo di fretta, abbiamo i sensi un po’ addormentati, non siamo più abituati (preparati) a vedere ascoltare toccare assaporare respirare l’arte. Qualunque essa sia. Dunque viene forse da pensare che ‘non ci si crede più’. E forse chi ‘ci crede’ e magari è un po’ più giovane, magari ha un poco perso il contatto con la bellezza la fantasia la libertà completa di immaginazione. Del resto, neppure penso che nell’arte (nel crearla o nel fruirla) ci si possa davvero ‘scoraggiare’ (è come se ci si scoraggiasse nel respirare o nel nutrirsi, ovvero si potrebbe morire). Immaginare inventare creare, sono esse stesse funzioni vitali legate a doppio filo con la nostra vita e con tutte le espressioni artistiche. D’altra parte già la parola ‘creatività’ per sua etimologia tende a dividersi tra ‘personale’ e ‘divino’ e dunque anche tra pratica reale e trascendenza. No, non mi sembra che ci siano “veri consigli” da dare ai giovani; ognuno è diverso e se si ‘seguono consigli di altri’ allora si eliminano delle possibilità. Essere semplicemente ‘sé stessi’ è già un buon inizio. Con un pizzico di tendenza ad ‘osare’ e senza paura di cadere. E provare sempre a fare qualunque cosa viene in mente, perché come qualcuno talvolta mi ha detto “è meglio vivere con il ricordo che con il rimpianto”. Di una cosa, nonostante molti dicano spesso il contrario, sono certo: c’è sempre qualcosa di nuovo da pensare creare inventare e soprattutto nei mondi delle attività creative questo è ancora più vero. Ed un’altra cosa ancora mi piace sempre pensare: infine per la maggior parte delle attività creative basta quasi sempre solo una matita ed un foglio di carta per far nascere le idee… Spesso sento dire che per fare belle cose, grandi cose, per inventare qualcosa di proprio e di nuovo, si devono avere attrezzature d’ogni tipo e il software più recente e le risorse più svariate e complesse; spesso tutta questa roba addormenta le idee, fa sfuggire la vera creatività che deriva dal pensiero e da quel meraviglioso cervello ancora tutto da conoscere. Tutta quella roba fa parte dei mezzi, che normalmente servono dopo l’idea, non prima”.
Quali progetti hai nel cassetto?
“Sarò breve. Ce ne sono, e parecchi. Alcuni riguardano la città di Lucca e in questo periodo sto cercando di capire con chi parlarne e chi coivolgere, (perché una delle cose più belle per me è lavorare con gli altri facendo sì che il progetto divenga di tutti senza i soliti vari orticelli delimitati da filo spinato). A Lucca c’è una associazione di musica contemporanea, Cluster, con cui da un po’ di tempo collaboro; mi sembra sia un poco più “aperta” di altre realtà cittadine e si dà molto da fare. Con loro vorrei sviluppare altri progetti, se se la sentono. Ma vorrei coinvolgere anche altre persone creative e piene di voglia di fare (un po’ dispersi nelle nebbie della provincia a volte, ma ci sono), e coinvolgere anche enti e istituzioni che sempre più spesso stanno finalmente dimostrando di aver capito che investire in creatività e in novità porta sempre a grandi risultati e ad un sicuro ritorno d’immagine e di forza culturale… Con altre persone sto già lavorando ad un progetto per anno prossimo da fare col Teatro del Giglio (e sarà senz’altro qualcosa di veramente nuovo). E per la prossima primavera vorrei presentare la seconda edizione della mostra di Partiture Musicali non convenzionali magari anche assieme ad una personale di un famoso compositore contemporaneo (oltre che artista visivo) che da Firenze ha portato la sua arte in tutto il mondo… Progetti a cui sto lavorando già adesso riguardano però soprattutto il mio lavoro di graphic designer, che si sta sempre più spostando verso la progettazione cartotecnica creativa (sia per le attività commerciali che per espressioni più artistiche) oltre che su metodi diversi e innovativi per la comunicazione (perché esiste anche una ‘arte della pubblicità’). Il mio lavoro tecnico di progettazione grafica è già stato miscelato da tempo in quello mio più artistico, ma proprio su questo sto lavorando per ‘inventare’ ancora qualcosa di nuovo…”.                                                                                   

Paolo Lazzari

(Foto Sernacchioli fornita da Della Nave)