All’orto di Antraccoli Elisabetta Salvatori racconta “Una cena” di Guccini

26 luglio 2016 | 12:51
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All’orto di Antraccoli Elisabetta Salvatori racconta “Una cena” di Guccini

Domenica (31 luglio) alle 21 all’Orto di Antraccoli, il giardino dedicato all’aggregazione accanto alla chiesa di Antraccoli, Elisabetta Salvatori leggerà la storia di Una Cena, testo liberamente ispirato ad un racconto di Guccini.

Elisabetta Salvatori, attrice e scrittrice, nasce in Versilia. Dopo gli studi artistici scopre il teatro e comincia a raccontare. Inizia con le favole: ogni storia che racconta è racchiusa in una valigia, come un piccolo teatrino viaggiante. Poi si avvicina alla narrazione per adulti e in scena rimane solo la sua voce che in alcuni racconti, quelli dedicati alla sua terra, sa intrecciarsi al dialetto versiliese con delicatezza e maestria. Le storie che sceglie sono vere, le raccoglie incontrando anime, luoghi e tradizioni con la curiosità di chi sa scoprire episodi rimasti nascosti, ne documenta l’origine con cuore e perizia, per poi riportarle alla luce e riconsegnarle al pubblico con la cura e la passione di una restauratrice. Ama raccontare storie di vita vissuta, di sentimenti vibranti, di minime azioni, di dolori e passioni, di coraggio e amore. Il linguaggio è intimo, reale semplice e per questo dirompente, rende vive le sue trame, cattura chi ascolta. Sentire la sua voce, con tutti i suoi colori, porta lontano, pur restando vicinissimi.
La Cena è la storia di quattro giovani amici che in una notte di neve, sull’appennino, intorno agli anni trenta, vanno a piedi nel paese vicino per raggiungere un’osteria. È un viaggio scandito dal vino e dall’allegria. Gioie semplici: una mangiata per far festa, la tavola, l’accoglienza, le pietanze, poi le donne, le bevute. La storia delle loro vite si intreccia alle vicende di quella notte, e infine il ritorno a casa… la strada imboccata al contrario, per il buio e per il vino, loro che ridono fino a piangere, mentre per chi ascolta c’è un filo di nostalgia per un mondo non troppo lontano, che ormai si è perso.