Alvaro Soler fa il pienone alla Versiliana

Tutta l’energia e la passione della musicalità catalana portate sul palco della Versiliana per stregare i 2500 spettatori accalcati sotto il palco ad applaudirlo: Alvaro Soler, re delle classifiche musicali italiane per due estati consecutive, ieri sera (17 agosto) ha scelto l’arena di Marina di Pietrasanta come unica tappa toscana del suo tour, regalando ai fans un viaggio attraverso le emozioni.

In camicia bianca e jeans, per non tradire la semplicità del suo stile, il cantautore spagnolo apre il concerto sulle note di Agosto, tratto dal suo primo e fortunatissimo album Eterno agosto, che racconta le amicizie, le sofferenze e gli amori che hanno incrociato il suo cammino nell’amata Barcellona. Il pubblico, giovanissimo, balla divertito, canta e lo accompagna con applausi ritmati, rivestendo il proprio idolo di tutto il calore possibile. Cartelloni e palloncini colorati volano fra un brano e l’altro, restituendo un’atmosfera ancor più coinvolgente.
Il venticinquenne, giunto alla ribalta la primavera scorsa con il singolo El mismo sol, lascia trasparire l’umiltà di chi, pur avendo conosciuto un successo travolgente, sente di avere ancora molta strada in salita da percorrere e si meraviglia di fronte ad un consenso così ampio. “Poco più di un anno fa mi esibivo davanti a 400 persone – ha esordito -: questa sera siete in 2500, un’emozione indescrivibile, non posso che dirvi grazie”. E proprio grazie al trionfo messo a segno nel nostro Paese, Alvaro ha imparato in fretta a parlare un italiano fluente, che lo aiuta a creare un legame più diretto con la platea, mentre introduce una nuova canzone spiegandone il significato. Da Tengo un sentimiento a Esperàndote, passando per Lucìa, divertente brano dedicato alla sorella minore, Soler conduce i suoi beniamini verso un crescendo emozionale che ha come tappa finale Sofìa, ultima fatica dell’artista iberico, in vetta alle classifiche sin dall’aprile scorso. E subito la folla inneggia al bis.

Jasmine Cinquini

Le foto del concerto di Stefano Dalle Luche