Bella e eterna a lume di candela, è Ilaria di Migliori – Ft

13 settembre 2016 | 12:38
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Bella e eterna a lume di candela, è Ilaria di Migliori – Ft
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Bella e eterna a lume di candela, è Ilaria di Migliori – Ft
Bella e eterna a lume di candela, è Ilaria di Migliori – Ft

Un gioco di luci e ombre, di chiari e scuri che contribuiscono a sottolineare l’imperturbabile bellezza e sontuosità di Ilaria, colta nel momento di sonno eterno in cui la ritrasse in marmo Iacopo della Quercia. Uno studio dell’arte sull’arte che ha trovato la sua sintesi nella mostra del fotografo bolognese Nino Migliori intitolata Lumen e inaugurata stamani (13 settembre) nell’oratorio di San Giuseppe. Una lettura del monumento funebre che Iacopo della Quercia realizzò per Ilaria del Carretto, guidata soltanto dalla flebile e calda luce di una candela. La mostra curata personalmente dal soprintendente di Lucca, Luigi Ficacci, è stata allestita in collaborazione con Paolo Bertoncini Sabatini di Momus Architetti.

“Sono rientrato a Lucca da poco più di un anno – esordisce il sovrintendente Luigi Ficacci aprendo le porte dell’oratorio – e nel mio periodo bolognese ho conosciuto Nino Migliori, un genio di eccezionale generosità creativa che alla notizia del mio trasferimento ha espresso il desiderio di ‘incontrare Ilaria’, proprio così disse, per portare avanti il progetto avviato nel 2006 con lo Zooforo del Battistero di Parma. L’incontro c’è stato e Lumen ne è l’esito: un patrimonio di arte contemporanea prodotta a Lucca, in linea con il piano voluto dal ministero e che diviene bene comune assegnato alla Sovrintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio della nostra città. Abbiamo oggi la fortuna di assistere al grande mistero della fotografia, che è propriamente ‘scrittura con la luce’ e quindi creazione e interpretazione, mai mera riproduzione”. A fare gli onori di casa insieme a Luigi Ficacci erano presenti il sindaco Alessandro Tambellini e l’arcivescovo Italo Castellani, complici nell’aver voluto questa data, che segna anche l’inizio delle celebrazioni della Santa Croce, per inaugurare il lavoro di Migliori. “La luce radente delle candele, – commenta il sindaco – che incontra la luminosità propria del marmo, sa restituirgli dolcezza e originalità. Siamo felici che Lucca abbia prodotto un’opera di arte fotografica contemporanea che si origina da uno dei monumenti simbolo della nostra comunità”.
“Avevo il desiderio di fare esperienza di Lucca, – racconta l’artista, Nino Migliori, alla vigilia dei suoi primi 90 anni – una città meravigliosa che mi ha accolto con grande affetto. Ho passato ore in compagnia di Ilaria: avevo bisogno di studiarne i dettagli, di ascoltare la storia che questa affascinante scultura poteva comunicarmi. Poi ci sono volute due notti per immortalarne i particolari. Ho lavorato senza cavalletto, con l’aiuto di preziosi collaboratori che posizionavano le candele ora un po’ sopra, ora un po’ sotto, finché non trovavo il riverbero della luce che volevo catturare. Per riuscire a fotografare la figura intera di Ilaria sono stati necessari 70 scatti diversi e un imponente lavoro di post produzione. Adesso – continua Migliori – ho in progetto di concludere il lavoro avviato a Bologna, proprio con Ficacci, al Compianto di Nicolò dell’Arca conservato in Santa Maria della Vita e di iniziarne uno sul Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, a Napoli. Vorrei poi che questi miei percorsi trovassero sintesi in un unico prodotto editoriale”. Una delle persone che hanno potuto assistere al lavoro del maestro Migliori con Ilaria del Carretto è stata Eva Perini, dell’associazione Progetto Vitalità e ideatrice della serie di incontri sull’arte contemporanea Sentiment of beauty: “Queste fotografie hanno la forza di imporre all’attenzione dell’occhio di oggi, attraverso un prodotto creativo nuovo, la bellezza dell’arte quattrocentesca”, commenta. A omaggiare l’artista bolognese anche il collega comasco (ma lucchese di adozione) Massimo Vitali, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca Arturo Lattanzi, l’ex sindaco Pietro Fazzi, l’editore di PubliEd Romano Citti e il patron del Lucca Summer Festival, Mimmo D’Alessandro.
Il suggestivo percorso delle 18 tavole sulla figura della giovane moglie di Paolo Guinigi ha come cornice la penombra dell’oratorio di San Giuseppe ed è accompagnato dall’idrogramma Glass Writing, un lavoro del 2004, composto di luminosa pasta vitrea intagliata su lastra di marmo carrarino: una sorta di chiave di lettura per comprendere l’estro di Migliori, capace di sperimentare e di interpretare la realtà. Le opere rimarranno in mostra fino al 25 ottobre e saranno visitabili tutti i giorni dalle 10 alle 18.

Elisa Tambellini

Foto – L’inaugurazione di Lumen (di Domenico Bertuccelli)